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La Regione Sardegna è stata una delle prime, e la prima tra quelle del Sud, ad aver siglato con il Ministero del Lavoro la convenzione richiesta per attivare nel proprio ambito regionale la Garanzia Giovani. La convenzione e il piano finanziario per l’attuazione della garanzia sono stati infatti approvati già all’inizio del mese di aprile, mentre il piano operativo definitivo non appare ancora disponibile online.

Il contesto

La Sardegna si trova ad affrontare una situazione occupazionale giovanile piuttosto seria. Nel 2013, il 54,2%, dei giovani nella fascia tra i 15 e i 24 anni risulta disoccupato, a fronte di un tasso di occupazione del 12,4%. Se consideriamo invece la fascia 15-29 anni – ovvero la fascia di riferimento della Youth Guarantee in Italia – i tassi di disoccupazione e occupazione si attestano rispettivamente al 44,3% e al 21,7%, mentre l’incidenza dei Neet sulla popolazione giovanile ammonta a quasi il 32% (tab. 1).

Tabella 1: Tassi di disoccupazione e incidenza dei Neet per varie classi d’età in Sardegna, nel Meridione e in Italia. Media annuale per il 2013.


Fonte: Istat

Non va meglio sul lato versante dell’istruzione, dove si rileva un tasso di dispersione scolastica pari al 24,7% (Save the Children 2014), cioè più del doppio rispetto all’obiettivo della strategia Europa 2020 (10%) e secondo, in Italia, solo a quello della Sicilia.

A peggiorare i dati complessivi, la collocazione geografica, che rende difficile compensare la situazione interna sfruttando la mobilità oltre il confine regionale: chi lascia la regione per motivi di lavoro lo fa definitvamente, con le conseguenti perdite in capitale umano e spopolamento dei territori.

Le misure previste

La Garanzia Giovani sarda sarà finanziata con un budget totale di € 54.181.253 (comprensivi del co-finanziamento nazionale e della quota a carico del fondo Sociale Europeo). Gli amministratori hanno comunque manifestato l’intenzione di impiegare ulteriori fondi per consolidare il programma e assicurarne la continuità. Le risorse saranno allocate nel modo seguente (Tabella 2).

Tabella 2 – Allocazione iniziale delle risorse assegnate.

Fonte: Programma Operativo Nazionale per l’attuazione dell’Iniziativa Europea per l’Occupazione dei Giovani: convenzione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Sardegna.

La misura su cui verranno maggiormente concentrate le risorse è quella del bonus occupazionale, cioè un bonus riconosciuto ai datori di lavoro che, sulla base dell’intermediazione dei servizi competenti, occuperanno un giovane attraverso un contratto a tempo determinato/somministrazione di almeno 6 mesi o indeterminato. A tale intervento verranno infatti destinati più di 1/5 delle risorse disponibili. L’entità del contributo sarà definita in base al tipo di contratto, alle condizioni del territorio e al profilo del giovane (nel complesso la cifra andrà dai 1.500 ai 6.000 euro).

Segue il canale formazione. La Regione, al fine di fornire ai giovani le competenze necessarie all’inserimento nel mondo del lavoro, istituirà un catalogo dell’offerta formativa pubblica e dei corsi individuali e collettivi di formazione specifica, di durata compresa tra le 50 e le 200 ore. A conclusione dei corsi, la Regione certificherà le competenze acquisite dai giovani, in conformità al sistema normativo vigente. L’intento è quello di predisporre un’offerta formativa che sia collegata agli obiettivi professionali e alle lacune del candidato, nonché alle reali necessità espresse dal mondo del lavoro. A questo scopo, l’Assessorato regionale del Lavoro ha inviato alle imprese presenti sul territorio un questionario al fine di raccogliere informazioni sui fabbisogni formativi (cf. documento allegato). Un’operazione quest’ultima lodevole se riuscirà nel suo obiettivo: indirizzare al meglio la programmazione delle attività formative, superando la logica dei corsi generalisti o comunque volti al semplice "parcheggio" dei partecipanti. Inoltre, come ribadito dall’assessore Virginia Mura, il concetto di “formazione” non sarà circoscritto alla sola formazione professionale, ma verrà esteso ai percorsi educativi, dati gli alti livelli di dispersione scolastica, anche al fine di affrontare il problema dei Neet in relazione alle fasce di età più giovani.

Più di 8 milioni di euro saranno invece investiti nelle forme di accompagnamento al lavoro, per sostenere il giovane dallo scouting all’ingresso nel mondo del lavoro. Anche in questo caso, gli importi saranno tarati sul tipo di profilo e contratto, dai 600 euro per un contratto a tempo determinato e profilo lavorativo basso, ai 3000 euro per apprendistato e profilo alto.

Altri 8 milioni andranno ai tirocini extra-curriculari (anche per disabili), compresi quelli in mobilità geografica nazionale e transnazionale, corrispondendo al tirocinante un’indennità fino a 500 euro mensili e all’ente promotore una remunerazione standard a risultato dai 200 ai 500 euro.

Accoglienza, presa in carico e orientamento riceveranno invece circa 6 milioni di euro. L’obiettivo è facilitare e sostenere l’utente nell’acquisizione di informazioni utili a valutare la partecipazione al Programma Youth Guarantee (iscrivendosi al sito dedicato) e a orientarsi rispetto ai servizi disponibili, attraverso i centri per l’impiego e altri soggetti autorizzati e/o accreditati ai servizi al lavoro in ambito regionale. Il percorso individuale dovrà essere coerente rispetto alle caratteristiche personali, formative e professionali (profiling) dell’utente e condiviso con l’esplicitazione delle reciproche responsabilità (Patto di attivazione). Da sottolineare l’offerta di un orientamento specialistico di II livello, che si colloca in una prospettiva olistica dello sviluppo umano che integra il problema specifico della sfera formativa e lavorativa nel ciclo di vita della persona. Quest’azione risponde al bisogno di riflettere sulla propria esperienza per progettare cambiamenti e/o sviluppi futuri. Il Presidente della Regione Francesco Pagliaru, ha spiegato come la capacità di offrire percorsi personalizzati efficaci e rapidi sia fondamentale, come dimostrano le esperienze del Nord Europa o di altre realtà come la città di Barcellona; per questo i 6 milioni, che servono al momento per pagare il servizio a chi lo eroga, verranno presto integrati con risorse regionali per investire sulle istituzioni e i centri che erogano questi servizi.

Per quanto riguarda il sostegno all’autoimpiego e all’imprenditorialità, si ritiene fondamentale la collaborazione con gli alti enti come Camera di Commercio, Invitalia, Regioni ed enti locali e associazioni di categoria. Oltre al supporto per start up, business plan, ecc. si sta pensando di facilitare l’accesso al credito attraverso uno specifico fondo di garanzia per i soggetti definiti “non bancabili” (cioè che difficilmente potrebbero ricevere prestiti bancari se valutati solo attraverso i parametri ordinari del merito creditizio), ma con riconosciuta attitudine all’imprenditorialità.

Sarà inoltre promosso il Servizio Civile regionale (in base all’art.5 della convenzione)– mettendo a disposizione fino a 5.900 euro annui per ogni volontario – e, infine, alla mobilità professionale transnazionale e territoriale all’interno del territorio nazionale o in Paesi UE.

Nessuna risorsa sarà attribuita all’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere perché già incentivato da altre disposizioni di legge. Sono invece riconosciuti contributi per l’apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale e l’apprendistato per l’alta formazione e la ricerca.

Novità e resistenze

Le misure predisposte presentano elementi di novità – alcuni derivanti dalle scelte locali, altre del governo centrale – volti a migliorare l’efficacia degli interventi, come il patto di attivazione con gli utenti e la pianificazione di interventi di formazione professionale finalizzati all’inserimento lavorativo che siano allineati ai reali fabbisogni formativo-professionali delle imprese del territorio. Un altro tema importante per un territorio, come la Sardegna, oggetto spesso di significativi flussi di emigrazione, è che l’amministrazione regionale sarà chiamata a sostenere le spese relative alle misure erogate in altre regioni italiane nei confronti dei giovani sardi; un’operazione di rimborso che, così come per altre regioni, non appare ancora del tutto chiara e non mancherà di presentare, qualora gli esborsi dovessero essere relativamente importanti, una serie di difficoltà.

L’implementazione della Garanzia Giovani è stata anche oggetto di dibattito politico-sindacale. Secondo quanto stabilito nel piano operativo, i Centri Servizi per il Lavoro vengono individuati quali soggetti erogatori dei servizi di accoglienza, presa in carico, orientamento e accompagnamento al lavoro. Questi potranno essere affiancati da altri soggetti accreditati per l’erogazione di tali servizi, anche se – al momento in cui scriviamo – la lista di tali operatori a cui i giovani dovrebbero poter accedere non è ancora disponibile online. Tale prospettiva ha sollevato critiche e perplessità da parte di una componente della sinistra sarda, che teme uno svilimento del ruolo del pubblico nella gestione dei servizi al lavoro, il quale rischierebbe di essere relegato (ancora una volta!) alla mera esecuzione di compiti burocratici. La Garanzia Giovani, al contrario, dovrebbe rispondere innanzitutto a un potenziamento dei centri pubblici per l’impiego (Cpi) intesi come "agenzie di transizione", ovvero " strumenti principali di attuazione delle politiche del lavoro". Un potenziamento che passerebbe dal coinvolgimento più esplicito dei Centri di inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati (Cesil) già presenti sul territorio e da investimenti sulle risorse umane dei Cpi che rimangono esigue e spesso in condizioni di precarietà lavorativa.

Si tratta di una critica che coglie solo parzialmente nel segno, dopo anni in Italia di scarso rendimento dei servizi pubblici per l’impiego, dovuto anche, ma non solo, alla carenza di personale e alle difficoltà oggettive del mercato del lavoro. D’altra parte, appare improprio imputare alla Garanzia Giovani obiettivi che per definizione non può perseguire: i fondi messi a disposizione non possono essere infatti destinati all’assunzione di nuovi dipendenti pubblici. E’ chiaro dunque che più che al rafforzamento degli uffici pubblici preposti, occorrerebbe puntare all’effettiva valorizzazione della funzione pubblica svolta dai servizi al lavoro, facendo dell’attore pubblico un nodo importante e cruciale di una rete di soggetti che dovrebbero concorrere al medesimo risultato, nel rispetto dei criteri di trasparenza, qualità ed efficacia dell’intervento.

Riferimenti

SardegnaLavoro

La convenzione tra il Ministero e Regione Sardegna

La delibera regionale n.13/13 dell’8 aprile 2014

Il piano finanziario

Comunicato per le imprese

Questionario per le imprese

Il video della conferenza stampa

Garanzia giovani: sindacati chiedono un incontro con l’assessore al Lavoro, cagliari.globalist.it, 18 aprile 2014

Lavoro:Garanzia Giovani per 50mila sardi, cagliari.globalist.it, 10 aprile 2014

 

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