Percorsi di secondo welfare presenta il quarto Working Paper della collana 2WEL. “Il progetto Compact. Un laboratorio di secondo welfare nel Regno Unito”, analizza lo sviluppo di un accordo che, dal 1998, regola i rapporti intercorrenti tra organizzazioni del terzo settore e pubbliche amministrazioni britanniche in materia di politiche sociali. Il Compact, grazie alla sua flessibilità, ha influenzato positivamente le relazioni esistenti tra il mondo del privato sociale e il settore pubblico, consentendo la crescita di segmenti della società civile che si sono rivelati in grado di affiancare la propria attività a quella dello Stato e degli enti locali nella gestione di servizi e funzioni di interesse generale. In un contesto storico come quello attuale, in cui la crisi economica non accenna a placarsi, l’esperienza del Compact britannico può rappresentare un interessante spunto di riflessione e dialogo sui soggetti appartenenti al terzo settore che, se posti in condizioni adeguate, possono cooperare con gli attori istituzionali alla creazione e gestione di importanti servizi destinati alla tutela dei cittadini.

L’autore

Lorenzo Bandera si è laureato nel marzo 2012 in Scienze politiche e di governo – specializzazione in Istituzioni di governo e autonomie locali – presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi dal titolo Dal Compact alla Big Society, laboratori di secondo welfare nel Regno Unito riguardante il sistema di governance britannico in tema di terzo settore e mondo del volontariato. Da aprile 2012 collabora al progetto Percorsi di secondo welfare.

Abstract

Il Compact è un accordo che regola i rapporti intercorrenti tra le organizzazioni del terzo settore e il governo britannico in materia di politiche sociali. «Compact» significa letteralmente «patto» o «accordo», ma è anche il termine con cui nel Regno Unito si fa riferimento al documento sopra citato – e sue successive modifiche – e, contemporaneamente, al sistema di governance, politics e social policies sviluppatosi seguendo i principi contenuti in tale testo. La natura flessibile e non vincolante del documento in esame ha consentito la strutturazione di reti di solidarietà, cooperazione e sviluppo che, in particolare a livello locale, hanno spesso garantito una più incisiva e capillare azione del terzo settore in tema di politiche di welfare. Il Compact, in quasi quindici anni di attività, ha influenzato positivamente le relazioni esistenti tra il mondo del non profit e la pubblica amministrazione, consentendo la crescita di segmenti della società civile che, adeguatamente tutelati e valorizzati dallo Stato grazie al perseguimento dei principi contenuti nell’accordo, si sono rivelati in grado di affiancare la propria attività a quella del settore pubblico nella gestione di servizi e funzioni di interesse generale. Il Compact, per queste ragioni, può essere dunque considerato un interessante esempio di secondo welfare in quanto capace di sostenere, attraverso la creazione di forme di governance innovative, mix di programmi di protezione e investimenti sociali a finanziamento non pubblico, forniti attraverso reti caratterizzate da un forte ancoramento territoriale. In un contesto storico come quello attuale, in cui la crisi economica non accenna a placarsi, l’esperienza del Compact può quindi rappresentare un interessante spunto di riflessione e dialogo sui soggetti appartenenti al terzo settore che, se posti in condizioni adeguate, possono cooperare con gli attori istituzionali alla creazione e gestione di servizi di welfare.