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Il donatore è una conquista

Adesso più che mai, le organizzazioni non profit faticano a reperire fondi per realizzare i propri progetti. La situazione economica certo non aiuta, ma le ragioni si radicano anche in altro, ovvero in un rapporto col donatore che sta perdendo mordente e vivacità. Non a caso, un recente studio dell’Istituto della donazione evidenzia che nel 2011 la raccolta fondi individuali, pur essendo indicata dal 50% delle associazioni come la fonte di entrata più generosa, ha perso 11 punti percentuali rispetto all’indagine condotta a inizio anno. Contemporaneamente il 44% dei donatori, secondo il rapporto Vita-ContactLab 2012, dichiara che la crisi non ha influito sulla loro capacità di donare. Questi stessi soggetti sostengono tuttavia che una maggior trasparenza sull’utilizzo delle donazioni, maggiori informazioni sul progetto e un coinvolgimento più attivo li spronerebbero a donare di più.

Stiamo dunque assistendo a quello che gli anglosassoni chiamano donor fatigue: il donatore è stanco di essere sollecitato a donare unicamente quando ce n’è bisogno, di essere chiamato in causa solo per fare una donazione. Al contrario, vuole essere coinvolto: il sostenitore vuole diventare parte attiva, sentirsi protagonista e far parte del progetto. In particolare desidera capire come vengono investiti i soldi raccolti e l’impatto che il progetto finanziato ha sulla comunità, sapere i risultati che genera.

Coinvolgere maggiormente chi desidera donare: il crowdfunding e il personal fundraising

Per le organizzazioni non profit essere coinvolgenti nello story telling, trovare il giusto canale di comunicazione per dialogare con i propri sostenitori e condividere le proprie attività è dunque divenuto fondamentale per costruire un rapporto solido e duraturo, che si basi prima di tutto sulla fiducia ma anche sul senso di appartenenza. Sono questi gli elementi che stanno alla base del crowdfunding. Un processo di raccolta fondi che nasce nella rete e vive della rete, beneficiando della sua democraticità e forza. Crowdfunding, dunque, come raccolta dal basso, come empowerment dell’individuo.

Per una organizzazione non profit fare crowdfunding significa proporre il proprio progetto alla comunità chiedendo alla stessa un sostegno, un contributo per poterlo implementare. L’organizzazione può inoltre fare un passo in più e coinvolgere direttamente i suoi donatori e sostenitori, invitandoli a diventare “personal fundraiser” ovvero attivarsi in prima persona per raccogliere fondi. Fare personal fundraising significa a tutti gli effetti diventare ambasciatore di una buona causa, diventandone promotore e invitando la propria cerchia sociale – parenti, amici e colleghi – a donare per sostenerla. In poche parole si cerca di fare la vecchia “colletta solidale” in versione digital, grazie all’utilizzo di piattaforme web ad hoc.
Il Personal Fundraiser mette la faccia a sostegno di un dato progetto, e invita gli altri a fare lo stesso donando tramite questi nuovi strumenti informatici.

Un interessante esempio di questa dinamica è sicuramente quello di Run in Milan, il progetto solidale ideato da I Podisti da Marte – associazione podistica milanese – a sostegno della LILT di Milano. Si corre tutti insieme alle 6 del mattino per il centro di Milano, accompagnando i turisti amanti della corsa in giro per la città e chiedendo loro una donazione per la LILT. A corollario di tutto, un flash mob in occasione del mese della prevenzione. A un mese dal lancio dell’iniziativa sono state raccolte quasi 8.000 euro di donazioni e la raccolta continua su Run in Milan.

Un’organizzazione non profit che coltiva un buon rapporto con i propri donatori, come dimostra l’esempio, permette di rendere quest’ultimi protagonisti del donare, offrendo loro l’opportunità di dare un contributo attivo e concreto. Un contributo, dunque, che va oltre la donazione e sconfina nella sensibilizzazione dei propri contatti sulla causa o progetto che hanno deciso di sostenere. Le occasioni per lanciare una campagna di raccolta fondi sono infinite dalla celebrazione di una ricorrenza, a un traguardo personale o sportivo, come ad esempio una maratona.

Le piattaforme online per il fundraising e l’esperienza di Retedeldono

Ad oggi la raccolta fondi attraverso il crowdfunding è effettuata in Italia attraverso piattaforme online – per un approfondimento sulle realtà italiane disponibili in rete si consiglia di consultare il Blog di Riccardo Friede – che consentono all’utente di creare una pagina web a supporto di un progetto e di diffonderlo con modalità web 2.0. Grazie all’integrazione delle piattaforme di crowdfunding con i social media, il personal fundraiser può infatti sfruttare al massimo la viralità della rete per promuovere la sua iniziativa e aumentare esponenzialmente la sua raccolta fondi.

Tra queste piattaforme un ruolo importante è svolto www.retedeldono.it, portale che grazie alle attività di uno staff composito e specializzato in diversi ambiti d’azione realizza positivamente la raccolta fondi a favore di progetti di utilità sociale. Abbiamo chiesto a Valeria Vitali, Socio Fondatore di Retedeldono, di raccontarci meglio di questa interessante esperienza di crowfunding presente nel panorama italiano.

Potrebbe spiegarci come è nata Retedeldono?

E’ nata innanzitutto dalla passione per la corsa – mio marito corre le maratonete–, dall’amore per il non profit e dal fatto di aver vissuto per tanti anni a Londra, dove ho avuto modo di conoscere le realtà anglosassoni che operano in tale ambito e innamorarmi di justgiving.com, una piattaforma web leader di personal fundrasing. A seguire ho coinvolto una cara amica, Anna Siccardi, e insieme abbiamo deciso di lanciarci in quest’avventura.
Il nostro sogno è quello di trasformare la cultura della donazione online in Italia, offrendo all’individuo l’opportunità, presente già in altre realtà, di diventare il vero protagonista della raccolta fondi.

In che modo riuscite a far sentire chi avvia una campagna di raccolta fondi, un donatore attivo, più coinvolto?

In primo luogo cerchiamo di garantire l’autonomia del sostenitore. Il sostenitore attivo si sente il vero protagonista della raccolta fondi perchè decide lui stesso il progetto o la causa da sostenere, l’obiettivo di raccolta fondi da raggiungere e l’occasione (compleanno, maratona, Natale) in cui avviarla.
Per far questo offriamo una serie di strumenti personalizzabili per avviare la raccolta: sulla nostra piattaforma il sostenitore attivo ha l’opportunità di creare la propria pagina web relativa all’iniziativa che sostiene, corredabile con foto, video e un wall dove i donatori possono lasciare i propri messaggi.
Questo modus operandi garantisce inoltre la possibilità di condividere la propria campagna sui social media, in particolare Facebook e Twitter, e il conseguente beneficio di avere il riconoscimento della propria cerchia sociale per ciò che si sta facendo. Chiaramente alla base di tutto ci deve essere una propensione all’uso delle nuove tecnologie, dai social media ai nuovi sistemi di pagamento online, e una buona base associativa disposta a metterci la faccia per la buona causa. Con questi presupposti i risultati arrivano e sono gratificanti.

Quali risultati sono stati attualmente fino ad oggi raggiunti grazie a questo nuovo strumento per fare donazioni? Puoi citarmi alcuni esempi?

A un anno dalla fase di start up abbiamo raccolto quasi 200.000 euro di donazioni, e circa 300 organizzazioni non profit sono attualmente registrate sul portale www.retedeldono.it. Nel periodo maggio 2011-maggio 2012 circa 310 progetti sono stati finanziati grazie alle elargizioni effettuate tramite la piattaforma, attraverso donazioni il cui importo medio si attesta intorno ai 35 euro. Come si può capire anche da quest’ultimo dato, la partecipazione all’iniziativa è molto forte, ed è dimostrata anche dall’alto numero di fan, 4.000, della community di Facebook. Tuttavia la nostra attività non si ferma alla rete. Nello stesso periodo abbiamo lavorato in simbiosi con la struttura organizzativa di importanti eventi, come Milano City Marathon, in occasione del quale abbiamo raccolto oltre 110.000 euro.

 

Riferimenti

Il rapporto 2011 dell’Istituto Italiano della Donazione

Il rapporto Vita-Contactlab

Il portale Retedeldono

Il sito di Run in Milan

 

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