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Nell’ambito dei nostri approfondimenti sulle politiche e i servizi per il “durante e dopo di noi” in Italia, dedicheremo spazio agli interventi messi in atto dalle fondazioni di origine bancaria (FOB) nei confronti delle persone con disabilità. Le FOB sono una peculiarità del terzo settore italiano, in quanto attori di diritto privato non profit derivati dalla conversione delle storiche banche e casse di risparmio pubbliche in soggetti commerciali for profit. In seguito all’approvazione della legge 218/1991 “Disposizioni in materia di ristrutturazione e integrazione patrimoniale degli istituti di credito di diritto pubblico”, l’attività bancaria è stata conferita a una società per azioni, mentre l’attività filantropica è continuata da una fondazione che, in molti casi, ha mantenuto il parziale controllo della banca conferitaria possedendone le azioni.

Come è emerso dal Primo Rapporto sul Secondo Welfare in Italia, l’attività solidaristica delle FOB può avvenire attraverso un approccio “granting”, cioè il sostegno economico a soggetti terzi (solitamente enti locali, aziende sanitarie o organizzazioni del terzo settore) o ”operating”, cioè la partecipazione diretta a servizi o progetti; in genere il ruolo svolto da una FOB, di dimensioni medie o grandi, può essere ricondotto alla generazione di reti e alla promozione di innovazione sociale.

In questo articolo approfondiremo il progetto “Vivo Meglio” di Fondazione CRT, pensato per promuovere la domiciliarità, l’integrazione sociale, lo sviluppo dell’autonomia e delle capacità personali delle persone con disabilità sul territorio del Piemonte e della Valle d’Aosta.


Il progetto “Vivo Meglio”

Il progetto “Vivo Meglio” iniziò a essere sviluppato a partire dal 2005, quando Fondazione CRT è passata da una modalità di erogazione basata sulla libera richiesta degli enti alla strutturazione di progetti, tra cui i bandi. In questi dieci anni “Vivo Meglio” è stato sempre finanziato, poiché il Consiglio d’Indirizzo e il Consiglio d’Amministrazione ritengono la disabilità un’area di policy con bisogni rilevanti in cui è prioritario che la Fondazione intervenga.

Attraverso “Vivo Meglio”, Fondazione CRT intende finanziare progetti rivolti a promuovere la domiciliarità, l’integrazione sociale, lo sviluppo dell’autonomia e delle capacità personali delle persone con disabilità. I progetti, da realizzarsi in Piemonte e Valle d’Aosta, devono essere presentati da enti con una solida esperienza nel campo della disabilità, essere rivolti a un ampio numero di persone con disabilità coinvolgendo anche il resto della comunità, essere economicamente sostenibili e prevedere partenariati con altre organizzazioni. Viene prestata grande attenzione alla sostenibilità dei progetti e alla capacità economica degli enti, in quanto un progetto non deve essere un’iniziativa estemporanea, bensì un’attività con possibilità di consolidarsi, altrimenti si correrebbe il rischio di illudere le persone, creando false aspettative e problematiche di ordine etico per la Fondazione. Per tale ragione l’ente deve dimostrare di essere in grado di finanziare il progetto negli anni futuri e di saperlo promuovere sul territorio, in modo da venir cofinanziato dai cittadini o da altri enti erogatori. La stesura del bando e la valutazione dei progetti sono svolti internamente dal personale della Fondazione che fornisce anche consulenze telefoniche nella fase di presentazione delle domande.

Non vengono finanziate le attività di ordinaria amministrazione degli enti proponenti e attività che ricadono nei servizi tradizionali, in quanto il finanziamento di questi ultimi è compito degli enti pubblici (il primo welfare) e non di una F.O.B., il cui ruolo è invece quello di promuovere attività integrative che vadano ad arricchire l’offerta del territorio. Inizialmente la gamma di attività sostenute era molto ampia ma, negli anni, il Consiglio d’Amministrazione ha ritenuto opportuno ridimensionarla per poter finanziare solo progetti veramente innovativi e non attività rientranti negli obblighi di legge (come la rimozione delle barriere architettoniche). L’ultima edizione ha sostenuto progetti e iniziative molto diversificate, coinvolgendo 140.000 persone, di cui 8.700 con disabilità.

Si è spaziato infatti dalla musicoterapia dell’Orchestra Sinfonica Integrata dell’APS Emisferi Musicali, all’inserimento lavorativo per persone con sindrome di Asperger con ENGIM Torino, ai workshop sostenibili (cucito creativo e riciclo) del progetto Laboraribilia di Eta Beta S.C.S., al progetto “Pegaso 18” dell’A.S.D. Circolo Ippico La Scottina, al progetto “Camminiamo Insieme” dell’Associazione Bambini Celebrolesi Piemonte per realizzare vacanze estive, alle attività sportive del progetto “Sportabilità 2016” dell’Associazione di Volontariato Monregalese Dioniso, alle terapie espressive del progetto “Verso l’integrazione. Terapie espressive e interventi socio-educativi a favore di persone diversamente abili e minori stranieri” dell’ Associazione di Volontariato Suonogioco – Laboratorio di Musica e Comunicazione, al teatro del progetto “Educazione alla teatralità: capisco le mie emozioni” dell’Associazione Genitori Bambini Down Novara Verbano-Cusio-Ossola, ad attività sportive di progetti come le gare di handbike dell’Associazione Polisportiva P.A.S.S.O. ASD ONLUS, ad attività in montagna della Freewhite Sport Disabled Onlus e sport acquatici della G.S.H. Pegaso ASD, o progetti di supporto a patologie specifiche come l’individuazione e il trattamento precoce dei D.S.A. presentato da A.V.O.I. di Alessandria, a progetti di volontariato per persone con disabilità proposti da vari comuni, a servizi di informazione e orientamento (ad esempio della C.P.D.).

Vi sono anche progetti specificatamente rivolti al “durante e dopo di noi” come Casa Dora, abitazione della cooperativa sociale Il Punto ove convivono per un breve periodo giovani con e senza disabilità gestendo insieme le attività domestiche, il progetto “A casa nostra! – prove di residenzialità autonoma” dell’Associazione A.I.R. Down, il progetto “Kanostra: percorsi di autonomia” promosso da ANFFAS Torino, il progetto “’Co-housing in piazza. Il nostro abitare porta valore alla comunità” dell’Associazione di Volontariato Il Piccolo Carro, il progetto “Vado a vivere da solo” dell’Associazione Dopo di Noi di Biella. A questo riguardo è bene sottolineare come uno degli elementi centrali di “Vivo Meglio” sia la domiciliarità: il sostegno alla domiciliarità è inteso sia come supporto alla vita in famiglia o alla vita indipendente, ma anche come facilitazione all’integrazione sociale sul territorio. La scelta di privilegiare questa dimensione è dovuta all’approccio di welfare mix portato avanti dalla Fondazione. Se gli enti pubblici, nelle politiche per la disabilità, vanno nella direzione della domiciliarità, è opportuno che gli attori privati, operando in ottica di complementarietà e integrazione, adottino la stessa linea.
 

Cos’è Fondazione CRT

La Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Fondazione CRT) continua l’attività filantropica della storica Cassa di Risparmio di Torino istituita dalla Città di Torino nel 1827 dopo che nel 1991 l’attività bancaria venne conferita alla Cassa di Risparmio di Torino S.P.A. il cui controllo è stato successivamente ceduto a Unicredito Italiano Spa.

Secondo lo statuto, gli organi della Fondazione sono il Consiglio d’Indirizzo, il Consiglio d’Amministrazione (comprensivo di Presidente e due Vicepresidenti), il Segretario Generale e il Collegio Sindacale. Il Consiglio d’Indirizzo, composto da ventiquattro consiglieri, a cui compete determinare gli obiettivi, i programmi e le attività della Fondazione, oltre che nominare il Presidente e i membri del Consiglio d’Amministrazione. Ogni consiglio designa i suoi successori su proposta della Regione Piemonte, della Regione Val d’Aosta, delle Province piemontesi, del Comune di Torino, della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Torino, della Conferenza Episcopale Piemontese, del Comitato Universitario Piemontese e di Unioncamere del Piemonte. L’ordinaria e straordinaria amministrazione della Fondazione compete invece al Consiglio d’Amministrazione, mentre la rappresentanza ufficiale al Presidente. Tra gli atti di competenza del Consiglio d’Indirizzo vi è la stesura del Documento Programmatico Previsionale, attraverso il quale vengono determinati gli obiettivi e le attività per l’anno a venire.

Fondazione CRT è attiva in Piemonte e Val d’Aosta (senza escludere interventi in altre parti d’Italia o all’estero) dove opera prevalentemente nei settori “arte e cultura”, “ricerca e istruzione”, “welfare e territorio”. Attualmente il patrimonio della Fondazione ammonta a oltre 2,1 miliardi di euro con un avanzo di esercizio di 83,8 milioni di euro; al territorio sono stati destinati circa 55 milioni di euro, che nel 2016 diventeranno 60.
 

Non solo “Vivo Meglio”: gli altri interventi di Fondazione CRT per la disabilità

Il progetto “Vivo Meglio” non è l’unico intervento di Fondazione CRT rivolto a persone con disabilità. La Fondazione ha iniziato a lavorare stabilmente sul tema dell’integrazione sociale delle persone con disabilità dal 2006, quando ha supportato la realizzazione delle Paralimpiadi, aprendo così a collaborazioni con molte associazioni sportive e culturali operanti nel mondo della disabilità.

Da quest’esperienza Fondazione CRT ha iniziato a inserire le organizzazioni, operanti sul territorio nel settore della disabilità, in circuiti internazionali in grado di favorire lo scambio di competenze e risorse, agendo così da network manager che seleziona e mette in rete soggetti che producono cambiamento e che sanno essere attori propulsivi. È divenuta così parte attiva di Open To All, un progetto orientato a rendere le città accessibili per qualunque tipologia di turisti, dai bambini agli anziani alle persone con disabilità, nato all’interno della League of Historical & Accessible Cities un’iniziativa dell’European Foundation Center a cui aderiscono città come Avila (Spagna), Lucca (Italia), Mulhouse (Francia), Sozopol (Bulgaria), Viborg (Danimarca).

A livello locale, Fondazione CRT ha, così, collaborato con l’Istituto Italiano per il Turismo per Tutti (IsITT) e la Consulta per Persone in Difficoltà, realizzando “Torino Tour For All”: un percorso accessibile a tutti i tipi di turisti nel centro di Torino, consultabile on line anche attraverso un’app per smartphone.
A partire dal 2012 la Fondazione ha, poi, avviato un corso di formazione rivolto al personale che a vario titolo opera nei musei della Regione Piemonte, intitolato “Operatori museali e disabilità” e realizzato in collaborazione con Fondazione Paideia. L’obiettivo del corso, rivolto inizialmente solo alle strutture del capoluogo ed in seguito di tutta la Regione, è migliorare i servizi di accoglienza dei musei, incrementando le conoscenze e le competenze relazionali degli operatori museali, in particolare sul tema disabilità.
 

Un’ottica di welfare mix

Fino al 2005 le erogazioni di Fondazione CRT si basavano soprattutto sulle domande degli enti beneficiari, presentate liberamente in alcuni momenti dell’anno. In seguito il Consiglio d’Indirizzo ha ritenuto opportuno strutturare maggiormente le erogazioni adottando altri strumenti come i bandi, la gestione di enti strumentali e di progetti propri. Il cambiamento di policy deriva dalla necessità di selezionare meglio le domande e investire le risorse in progetti con un’effettiva ricaduta sul territorio e la popolazione. La modalità del progetto o del bando consente infatti di sostenere l’associazionismo aiutandolo a strutturarsi, a stendere progetti concreti con un reale impatto sul territorio e una corretta gestione della spesa.

Attualmente quindi, nei settori “welfare e territorio” e “arte e cultura” l’attività è condotta sia tramite erogazioni su richiesta che attraverso bandi o progetti propri. Nel settore “welfare e territorio”, oltre a “Vivo Meglio”, sono ora attivi i progetti “Iniziativa Lavoro”, “Missione Soccorso”, e “Protezione Civile per i piccoli comuni”. I progetti non toccano però tutte le tematiche, molte delle quali sono sostenute attraverso le libere richieste degli enti o a rotazione con bandi temporanei.

Fondazione CRT ritiene importante che una fondazione di diritto privato intervenga nelle politiche sociali, però sottolinea come questo debba avvenire in un’ottica di complementarietà e integrazione rispetto agli enti pubblici ai quali spetta il ruolo direzionale. Questo può avvenire supportando il terzo settore non solo attraverso l’erogazione di risorse economiche, ma anche la trasmissione di competenze e la promozione delle reti. Attraverso i bandi vengono infatti selezionati progetti solidi che mostrano la capacità di continuare senza il supporto della Fondazione; per essere solido un progetto deve basarsi su una logica di rete, essere cofinanziato dal territorio, ricevere donazioni e avere un impatto significativo.

La realizzazione di un progetto con queste caratteristiche non sempre però è possibile, in quanto molte organizzazioni del terzo settore sono di piccole dimensioni e pur essendo abili nella realizzazione dei progetti, faticano a trovare risorse al di fuori dei contributi di enti pubblici e fondazioni d’erogazione. Per tali ragioni la Fondazione ha ritenuto di implementare il proprio impegno in favore del terzo settore realizzando anche iniziative di carattere formativo come il progetto “Talenti per il Fundraising” finalizzato a formare professionalmente studenti o neolaureati alla raccolta di fondi. Il progetto prevede anche l’incontro tra i giovani in formazione e l’associazionismo in modo da poter sperimentare le tecniche apprese nel contesto reale e metterle subito a servizio dell’associazionismo.

Attraverso l’ente strumentale Fondazione Sviluppo e Crescita inoltre viene promossa l’impresa sociale, attraverso progetti e il sostegno alle start-up. Un progetto particolare è “Entrepreneurs for Social Change”, un corso di formazione rivolto a giovani imprenditori sociali dei Paesi di entrambe le sponde del Mediterraneo.  La dott.ssa Delbosco, funzionaria del settore “welfare e territorio”, sottolinea come l’attuale sistema di welfare italiano debba cambiare e rinnovarsi e come le FOB debbano impegnarsi in questo senso, supportando il terzo settore a strutturarsi e ad affrontare il futuro con uno sguardo più consapevole.

Conclusioni

Il progetto “Vivo Meglio” di Fondazione CRT mette in evidenza le trasformazioni in corso nel sistema di welfare italiano.
Come molte FOB, Fondazione CRT inizialmente operava erogando contributi in base alle richieste provenienti dal territorio, in seguito però ha stabilito di strutturare maggiormente l’attività e sostenere alcuni settori attraverso bandi, altri progetti propri o enti strumentali. La modalità del bando consente infatti di dare maggiore continuità al sostegno, determinare alcune caratteristiche dei progetti finanziati e aiutare l’associazionismo a dar vita a iniziative effettivamente utili per il territorio e sostenibili economicamente.

L’orizzonte di Fondazione CRT è infatti la realizzazione di un welfare comunitario, integrativo e complementare al primo welfare pubblico (non sostitutivo o in concorrenza). È importante quindi che i progetti realizzati dalle organizzazioni del terzo settore abbiano un effettivo impatto sul benessere delle comunità (non solo sui soggetti fragili), che siano apprezzati e sostenuti. In quest’ottica una fondazione d’erogazione non può limitarsi a trasferire risorse economiche, ma deve anche favorire l’acquisizione di capitale umano e la costruzione di capitale sociale. L’adozione della modalità del bando va in questa direzione, ma non è sufficiente: per tale ragione la Fondazione si è dotata di progetti specifici orientati alla strutturazione delle competenze del terzo settore, intervenendo anche con strumenti formativi come il progetto “Talenti per il fundraising”.

È chiaro però che operare con bandi e progetti propri richiede una specifica esperienza: Fondazione CRT unisce il know-how maturato nei più di cento anni di attività erogate nel campo filantropico con la più recente esperienza sviluppata a partire dalle Paralimpiadi, in campo culturale e turistico, ampliando notevolmente l’offerta rivolta a persone con disabilità. Caratteristica essenziale del welfare comunitario è infatti l’integrazione di tutte le persone nella comunità, garantendo loro di poter vivere pienamente l’essere cittadini: questo richiede che le persone con disabilità possano godere di tutte le risorse che il territorio offre, anche il patrimonio artistico e culturale. Sono diritti previsti dalla Convenzione ONU dei Diritti delle Persone con Disabilità.

I progetti di Fondazione CRT mostrano come una F.O.B. possa effettivamente essere un “attore dell’innovazione sociale”, catalizzando risorse di diverso tipo, economiche, umane, sociali, costruendo reti su vari livelli, dal locale al sovranazionale, favorendo l’elaborazione di nuove modalità d’intervento e gestione dei servizi. Entrando nello specifico delle politiche per la disabilità, si può constatare come si rendano sempre più necessari servizi che rispondano a tutte le esigenze della vita quotidiana (dalla casa per la vita indipendente alla visita al museo) e come questi siano il frutto dell’esperienza e della capacità innovativa del terzo settore, dal volontariato alla cooperazione sociale, dall’elaborazione di nuove modalità d’intervento delle professioni sociali e in alcuni casi culturali (ad esempio gli operatori museali) e dalla capacità di una F.OB. di catalizzare e investire le risorse presenti sul territorio con interventi di supporto e promozione.


Il presente articolo è stato scritto grazie alle informazioni e alla documentazione raccolta nel corso di una lunga intervista realizzata il 6 maggio 2016 con la dott.ssa Roberta Delbosco (funzionaria Fondazione CRT, area "welfare e territorio")

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