4 ' di lettura
Salva pagina in PDF

La Residenza Temporanea Luoghi Comuni

Il 3 dicembre a Torino è stata inaugurata la nuova Residenza Temporanea Luoghi Comuni di Via San Pio V, nel quartiere centrale di San Salvario. Realizzata grazie a un contributo di 6 milioni di euro da parte della Compagnia di San Paolo, la residenza fa parte di un più ampio progetto denominato Programma Housing su cui la Compagnia lavora da ormai 9 anni e nel quale ha finora investito circa 24 milioni di euro. Oltre alla sperimentazione diretta di housing sociale attraverso la realizzazione di residenze temporanee situate nel cuore della città di Torino (San Salvario e Porta Palazzo), per le quali la Compagnia ha stanziato 11 milioni di euro, il programma comprende molteplici iniziative di sostegno a progetti sviluppati da altri attori territoriali.

Il Programma Housing offre un esempio concreto e ben riuscito di collaborazione tra primo e secondo welfare, in cui emerge un lavoro integrato sul territorio ad opera di fondazioni, terzo settore e istituzioni pubbliche. Come rilevato dal vice Sindaco Elide Tisi, l’iniziativa mette in luce l’unicità del modello torinese di social housing, in cui pubblico e privato sono riusciti a “fare squadra” facendo fronte all’emergenza casa e rispondendo a una domanda abitativa sempre più diversificata.

Luoghi Comuni è, secondo il Presidente della Compagnia di San Paolo Luca Remmert, un vero e concreto esempio di innovazione sociale e di welfare di prossimità, in cui si sta generando un “mix sociale” in cui persone di varia tipologia e con esigenze diverse condividono uno spazio abitativo privato, ma aperto al territorio. Oltre alla funzione residenziale in cui si offrono alloggi per un periodo da un giorno a un massimo di 18 mesi, Luoghi Comuni comprende l’insediamento di servizi e spazi comuni per gli abitanti e di attività commerciali e di animazione rivolte al quartiere di San Salvario e alla città di Torino.

 

Un intervento sociale di tipo urbano in risposta all’emergenza abitativa e familiare

La realizzazione della residenza temporanea è stata occasione di restituire alla città un edificio storico risalente a metà Ottocento che, grazie ad un abile intervento di ristrutturazione, ha potuto conservare appieno le sue caratteristiche peculiari, come le decorazioni in gesso e il disegno del fregio che inquadrano la facciata storica, nonché il grande terrazzo ricoperto da un glicine secolare, che ha donato il tradizionale nome di “Casa del glicine” alla residenza. Dunque, oltre all’intervento sociale sulle persone, il progetto rappresenta anche un intervento sociale di tipo urbano, contro il degrado che troppo spesso avvilisce le aree metropolitane. I progettisti e gli architetti che hanno curato il restauro sono stati molto attenti alla conservazione di spazi per la socializzazione e, ad esempio, hanno appositamente conservato il ballatoio comune e il cortile aperto a tutti in modo da favorire lo scambio virtuoso tra persone differenti.

Il progetto è stato realizzato grazie al prezioso contributo dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, in linea con la propria mission che prevede l’intervento sulle famiglie colpite da disagio sociale. Oltre al tema dell’emergenza abitativa, Luoghi Comuni vuole essere una risposta all’emergenza familiare. Come sostenuto da Nanni Tosco, presidente dell’Ufficio Pio, l’obiettivo è quello di fornire una dignità abitativa alle persone che ne hanno bisogno e un accompagnamento verso la riacquisizione di autonomia e di ricerca di una collocazione in via più definitiva. Attenzione particolare viene fornita alle famiglie con bambini, in modo da contribuire all’eliminazione del ciclo ereditario dello svantaggio sociale e della diffusione della povertà intergenerazionale.

 

Coprogettazione e collaborazione tra enti gestori, tecnici e proprietà

Il complesso è gestito da Oplà Organizzazioni per l’Abitare, una società consortile costituita da due cooperative sociali molto ben radicate nel territorio torinese: la cooperativa sociale Atypica, nata a Collegno nel 1991, tradizionalmente operante nel settore dell’educazione e della prima infanzia e recentemente impegnata in progetti di housing sociale tra il quale il progetto Villa 5 nell’ex ospedale psichiatrico di Collegno, e la cooperativa sociale Progetto Muret, nata a Torino nel 1982 nell’ambito delle iniziative realizzate per il superamento dell’ospedale psichiatrico di Collegno.

Molto attiva è la collaborazione tra l’ente gestore e l’Istituto di Santa Maria e le Suore del Buon Consiglio, proprietari della struttura e gestori diretti della scuola dell’infanzia ospitata all’interno della residenza.

Enti gestori e padroni di casa sono stati fin da subito impegnati nella coprogettazione della residenza e si rivelano molto attenti alla conservazione del mix sociale all’interno della struttura e della sua apertura al territorio. Nell’edificio sono infatti ospitati, oltre agli abitanti, l’associazione musicale Pequena Huellas, fondata a L’Havana nel 2004, che incentra la propria attività sull’avvicinamento di bambini e ragazzi proveniente da ogni continente attraverso la musica. Altri spazi sono occupati dal Gruppo di Acquisto Collettivo e da un gruppo di afferenti al Politecnico di Torino, che a breve inaugureranno la sede di una rivista dell’università. A gennaio, è inoltre prevista l’apertura di una caffetteria gestita dal Consorzio Oplà, che sarà aperta al pubblico in orario diurno.

Dalla sua apertura – avvenuta il 1° settembre 2015 – la residenza ha immediatamente riscosso un grande successo e in poche settimane: le 24 unità residenziali di cui è composta sono attualmente al completo, grazie ad un fruttuoso passaparola. Ad oggi gli abitanti della residenza sono mamme con figli a carico, studenti che stanno sperimentando la coabitazione, lavoratori atipici che non possono permettersi di pagare le caparre e le mediazioni per l’affitto di un alloggio privato persone sfrattate, lavoratori dello spettacolo, insegnanti fuori sede. Un’unità abitativa è poi a disposizione del comune di Torino per emergenze abitative, grazie ad un protocollo firmato con l’ente gestore.

La caratteristica peculiare di questa soluzione abitativa è la temporaneità: gli ospiti possono permanere da un minimo di un giorno ad un massimo di 18 mesi, alla fine dei quali dovranno essere in grado di optare per una soluzione diversa di tipo più definitivo, grazie anche all’appoggio e alla consulenza ottenuta dai gestori nel periodo di permanenza nella residenza.


Riferimenti:

Programma Housing