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La scorsa settimana l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo – ente strumentale della Fondazione torinese che opera nel settore dei servizi alla persona – ha presentato il proprio Bilancio di Missione relativo alle attività 2015. Il documento mostra come lo corso dell’anno, proseguendo sulla strada tracciata dal Progetto di Programma Pluriennale del 2014, l’organizzazione si sia focalizzata su un obiettivo giudicato prioritario in questo frangente storico: il contrasto alla riproduzione intergenerazionale della povertà, ovvero evitare che la povertà presente nelle famiglie con figli minori diventi la povertà degli adulti di domani. Nel 2015 l’Ufficio Pio ha investito sul territorio torinese oltre 16,5 milioni di euro attraverso i suoi progetti istituzionali e sostenuto, direttamente o indirettamente, 11.580 persone di cui 8.697 soggetti condizione di povertà assoluta. Questi sono circa il 9% dei soggetti in povertà assoluta che si trovano nel territorio operativo dell’Ufficio Pio, che nel complesso si rivolge a un bacino di utenza potenziale composto da 1,3 milioni di persone.

 

 

Tra le persone sostenute si annoverano oltre 3.000 i minori appartenenti ai nuclei famigliari in carico all’Ufficio Pio, che sono stati aiutati, direttamente o indirettamente, tramite i vari progetti dell’ente. Tali progettualità sono state organizzate secondo 3 aree di intervento principali che sono di seguito riportate.


Contrasto della povertà

Per prima cosa, l’Ufficio Pio sostiene le famiglie in condizione di povertà assoluta attraverso trasferimenti monetari, accompagnamento sociale, sostegno nella ricerca di un’occupazione e servizi ricreativi ed educativi per i minori. Nel 2015, a fronte di oltre 9.000 richieste di sostegno, sono state aiutate 3.065 famiglie e 10.271 persone con un investimento di 7,4 milioni di euro. Il trasferimento monetario medio per famiglie con minori a carico è stato di circa 2.500 Euro, il 6,5% in più del 2014 e il 18,5% in più del 2013. Al sostegno economico si aggiungono numerosi servizi di tipo formativo, educativo, sociale e occupazionale attivati sulla base degli specifici bisogni espressi dal nucleo famigliare. Il Bilancio sottolinea come anche questa area più "tradizionale" di interventi di contrasto alla povertà abbia superato l’approccio della “beneficienza”: non si tratta solo di sollevare la famiglia o la persona in maniera temporanea dagli effetti della povertà economica, ma di contribuire a produrre un cambiamento duraturo nel tempo.


Prevenzione della povertà

In secondo luogo, l’Ufficio Pio interviene con progetti di sostegno sociale, educativo, nonché economico, in favore di persone e famiglie socialmente vulnerabili. L’obiettivo è quello di evitare un ulteriore e più drastico impoverimento delle stesse rimuovendo fattori di disuguaglianza che possono determinatre un peggioramneto delle condizioni di vita. Casa, lavoro e istruzione sono gli ambiti principali in cui si muovono i progetti di prevenzione: il numero di famiglie per cui si è intervenuti per evitare uno sfratto è quintuplicato; 200 nuovi studenti saranno sostenuti nel loro percorso di studi per i prossimi 6 anni. Complessivamente questo ambito di intervento ha interessato 1.140 persone, e goduto di un investimento 2,3 milioni di euro.
 

Inclusione e reinserimento

Da ultimo, l’Ufficio Pio accompagna le persone socialmente escluse, perché senza dimora o in uscita da lunghi percorsi penali, con interventi personalizzati finalizzati al reinserimento nei propri contesti famigliari e abitativi. Nel 2015 sono state 169 le persone a cui è stato offerto un accompagnamento educativo, psicologico, professionale ed economico per ritrovare o ricostruire il contesto famigliare, abitativo e professionale perduto. A sostegno di queste iniziative sono stati investiti complessivamente 1,2 milioni di euro. Il doppio rispetto al 2014.

Nanni Tosco: il rinnovamento paga 

Il presidente dell’Ufficio Pio Nanni Tosco ha commentato i numeri dell’attività svolta nel 2015 sottolineando che l’Ufficio Pio "conferma la propria inclinazione a sperimentare senza rinunciare nel contempo a rivolgere il proprio operato a favore di migliaia di famiglie povere anziane o adulte, e soprattutto a favore di migliaia di minori"."Il 2015" ha detto Tosco "non è stato un anno di normale amministrazione ma di grande rinnovamento organizzativo interno. Per questo abbiamo dedicato questo Bilancio in modo particolare alle nostre operatrici e ai nostri operatori. Professionisti a cui va un ringraziamento particolare per aver fronteggiato, senza cessare l’attività quotidiana a favore dei cittadini, importanti sollecitazioni e spinte di adattamento.”

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