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Nel 2010 il Gruppo UBI Banca si è dotato di un’unità organizzativa Enti, Associazioni e Terzo Settore dedicata alla gestione dei rapporti con la clientela non profit. L’anno successivo ha lanciato UBI Comunità, piattaforma di servizi e di strumenti dedicati alle organizzazioni del terzo settore e alle istituzioni religiose.
Ad aprile 2012, nell’ambito del programma UBI Comunità, è stato avviato il collocamento del nuovo strumento finanziario “Social bond UBI Comunità” (SB), ovvero titoli obbligazionari che, oltre a garantire un ritorno sugli investimenti effettuati, offrono ai sottoscrittori la possibilità di sostenere iniziative di grande valore sociale. Il Gruppo UBI, infatti, devolve parte dell’importo complessivamente raccolto per finanziare progetti socialmente meritori sia a carattere locale sia di respiro nazionale.

Nel giro di un anno la Capogruppo UBI Banca e le Banche Rete del Gruppo hanno emesso 25 social bond per un valore totale di 270 milioni di euro, che hanno permesso la devoluzione di contributi a titolo di liberalità per € 1.375.000. I SB hanno dunque assicurato il sostegno economico necessario per avviare o consolidare progetti in ambito sanitario, educativo, culturale e sociale (guarda l’elenco completo dei beneficiari) che possono concorere allo sviluppo economico e sociale del Paese.

Il carattere innovativo di questo strumento finanziario e il suo successo presso i risparmiatori hanno spinto l’ABI ad assegnare gruppo UBI il premio per l’innovazione nei servizi bancari nella categoria “La banca solidale”, consegnato lo scorso marzo. Poiché sono diversi i gruppi bancari che stanno valutando lo sviluppo di strumenti simili ai Social Bond di UBI Banca, nei prossimi mesi potremmo assistere ad un’ulteriore diffusione di strumenti finanziari con caratteristiche simili. Per comprendere meglio il funzionamento e le finalità dei SB abbiamo chiesto a Guido Cisternino, Responsabile della struttura Enti, Associazione e Terzo Settore del Gruppo UBI, e Stefano Bazoli, impegnato direttamente sulle tematiche del non profit, di raccontarci la genesi e le peculiarità di queste particolari obbligazioni.

Dott. Cisternino e dott. Bazoli, quali sono le esigenze che hanno condotto all’ideazione dei SB?

I SB rientrano in un percorso di sostegno al non profit avviato dal Gruppo UBI attraverso il lancio di UBI Comunità, specifico modello di servizio che offre un’offerta commerciale volta a sostenere le peculiari esigenze delle organizzazioni del terzo settore, impegnate nell’offrire risposte ai bisogni sociali non coperti dall’attuale sistema di welfare. I SB arricchiscono il panorama degli strumenti di raccolta fondi o di sostegno finanziario a disposizione del terzo settore e fanno leva sull’apporto ed il coinvolgimento diretto dei risparmiatori.

Quali sono le principali caratteristiche di questo strumento?

Esistono due tipologie di social bond. La prima prevede la devoluzione ad associazioni, fondazioni o enti di una parte dell’importo collocato attraverso i prestiti obbligazionari, normalmente equivalente allo 0.5%. Il secondo modello, invece, prevede che tutto l’importo raccolto attraverso il prestito obbligazionario, e non solo quindi una percentuale dello stesso, sia utilizzato per finanziare iniziative di imprenditoria sociale, eventualmente anche collegate a determinate realtà “aggreganti”o operanti in specifici settori o aree geografiche. A questo proposito si veda il SB emesso in favore del Consorzio cooperativo CGM, che ha reso possibile la costituzione di un plafond con dotazione di oltre 17 milioni di euro destinato all’erogazione di finanziamenti a medio-lungo termine a condizioni competitive per consorzi, imprese e cooperative sociali del sistema CGM. Nello specifico, abbiamo riconosciuto ai sottoscrittori del prestito obbligazionario una cedola pari all’Euribor 3 mesi più uno spread del 3%, con l’impegno di utilizzare l’intero importo collocato per finanziare, a ottime condizioni, le imprese e cooperative sociali appartenenti al gruppo CGM (lo spread dei finanziamenti va dal 3,30% al 5,00% in funzione delle finalità del finanziamento e del merito creditizio dell’impresa sociale). I finanziamenti possono essere richiesti fino al 31 ottobre 2013. Riteniamo di particolare significato l’introduzione nel nostro Paese di questo secondo tipo di social bond, poiché concorre ad avvicinare l’Italia ai Paesi europei più evoluti sotto il profilo della finanza per il non profit. Per alcuni aspetti questo modello di obbligazione può essere accostato al Social Impact Bond di esperienza anglosassone, senza però trascurare la fondamentale differenza data dal ruolo primario esercitato dal settore pubblico nel caso dei Social Impact Bond (di cui abbiamo trattato in un nostro precedente articolo, nda).

Tornando al primo tipo di SB, come vengono scelte le organizzazioni beneficiarie?

Alla base di ogni social bond c’è un rapporto consolidato e/o uno specifico progetto di partnership tra l’organizzazione beneficiaria e la banca (la Capogruppo o le Banche del Gruppo presenti nei diversi territori). In ogni caso, le organizzazioni che possono beneficiarie dei Social bond devono essere realtà significative, caratterizzate da buona capacità di mobilitazione degli stakeholder delle comunità locali di riferimento, e devono distinguersi per efficienza gestionale e impatto sociale prodotto. Con riferimento ai Social bond che prevedono l’erogazione di finanziamenti, ai destinatari sono richiesti anche stabilità di cash flow e adeguato merito creditizio.

Le organizzazioni del terzo settore come hanno accolto la novità rappresentata dai SB?

Il successo dell’iniziativa è indubbio: lo misuriamo dalla crescita esponenziale di richieste di nuovi social bond ricevute negli ultimi mesi dalle Banche del Gruppo.

Come proponete i social bond agli investitori? E questi come li accolgono?

Ai clienti attuali o potenziali che si recano nelle filiali delle nostre Banche vengono presentate, tra le diverse opzioni di investimento, anche quella del SB in fase di collocamento. Parallelamente, le organizzazioni non profit beneficiarie del SB provvedono ad informare i propri stakeholder dell’iniziativa. L’accoglienza del nuovo strumento finanziario è stata molto favorevole: gran parte dei Social bond sono stati interamente sottoscritti con largo anticipo rispetto al termine di chiusura del collocamento. E questo è avvenuto non solo in occasione delle emissioni che hanno permesso di convertire in SB risparmio già depositato presso le nostre banche, ma anche in occasione delle emissioni "welcome edition”, che richiedono l’apporto di denaro “fresco” ovvero proveniente dall’esterno.

Perché, secondo voi, gli italiani si stanno dimostrando così interessati ad investire in SB?

Il SB è anzitutto uno strumento semplice, non molto dissimile da un normale titolo obbligazionario, e assicura all’investitore un rendimento del tutto paragonabile a quello ottenibile con analoghi strumenti d’investimento offerti dal nostro Gruppo bancario. A differenza di questi, tuttavia, presenta un indubbio valore aggiunto: contribuisce a finanziare iniziative di solidarietà, opere di ristrutturazione di scuole e ospedali, progetti di ricerca scientifica e in generale iniziative ad elevata valenza sociale. In altre parole, permette di concorrere alla creazione di valore per la società e allo sviluppo del bene comune.

Siete soddisfatti dei risultati finora ottenuti dai SB?

Sì, siamo molto soddisfatti. I SB, per certi versi, rappresentano un successo imprevisto: la gran parte dei SB è stata interamente sottoscritta con largo anticipo rispetto alle scadenze fissate, in alcuni casi nel giro di pochi giorni. Questo fatto, a nostro modo di vedere, è sintomo di una sintonia di valori ed obiettivi tra la banca emittente e la sua clientela, che attraverso i SB può coniugare obiettivi economici individuali con quelli valoriali di interesse generale.

 

Riferimenti

UBI Comunità

Social bond UBI Comunità

I Social bond finora emessi

Il premio "La Banca solidale" consegnato a UBI Banca

Il Social Bond rivolto al consorzio CGM

 

Nostri approdondimenti sulla finanza sociale

IPO Solidale: per una nuova sinergia tra imprese e privato sociale

UBI Banca e i social bonds in favore di CGM

Le banche e l’investimento sociale

Social Impact Bonds: le esperienze di Stati Uniti e Regno Unito

 

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