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Il volume “Welfare aziendale e conciliazione. Proposte e esperienze dal mondo cooperativo”, curato da Emmanuele Pavolini e pubblicato da Il Mulino, offre un’analisi del ruolo della cooperazione nel campo del welfare aziendale e della conciliazione vita-lavoro. Lo abbiamo letto ed ecco cosa abbiamo capito.


La conciliazione in Italia: il quadro generale

La prima parte del volume delinea il quadro delle politiche di conciliazione vita-lavoro in Italia, con un riferimento particolare al settore delle cooperative. Nel primo capitolo, Chiara Saraceno spiega come la nostra società sia ancora caratterizzata dalla centralità del lavoro remunerato rispetto a quello non remunerato (cioè il tempo dedicato alle relazioni personali e alla famiglia), e di come questo squilibrio conduca inevitabilmente verso una profonda disuguaglianza di genere: le donne sono ancora troppo spesso costrette a scegliere se investire nel lavoro o nella famiglia.

Il secondo e il terzo capitolo, curati rispettivamente da Linda Laura Sabbadini e da Livia Turco, analizzano la partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia e la legislazione in materia di conciliazione. In Italia solo il 50,3% delle donne è occupata, percentuale che si riduce ulteriormente nelle regioni del Meridione (30%). Secondo Sabbadini la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro è dovuta alla difficoltà di conciliare gli impegni familiari e lavorativi. Tre elementi in particolare sembrano ostacolare l’occupazione femminile: l’inadeguatezza dei servizi pubblici per l’infanzia; la scarsità degli strumenti di sostegno alla maternità forniti dalle imprese; la debolezza delle reti informali, che non riescono più a assistere e sostenere la famiglia come in passato.

Il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro sarebbe inoltre collegato all’attuale legislazione sulla conciliazione vita-lavoro. In particolare, Livia Turco argomenta che l’occupazione femminile risente dell’incompleta applicazione della Legge 53/2000 (cioè della principale legge che regolamenta i congedi parentali e familiari non obbligatori e che definisce alcune diposizioni a sostegno della genitorialità dei lavoratori e delle lavoratrici), la quale non è mai stata promossa e sostenuta adeguatamente. Ma anche la piena applicazione di questa legge secondo la Turco (che ha lavorato alla stesura della 53/2000) oggi non sarebbe più sufficiente, poiché le attuali contingenze – caratterizzate dal basso tasso di occupazione femminile e alla riduzione della natalità – richiedono una tutela universalistica della maternità e un rafforzamento del congedo di paternità.


Le cooperative, il welfare aziendale e la conciliazione vita-lavoro

La seconda parte del volume, curata interamente da Emmanuele Pavolini, è dedicata all’analisi della diffusione del welfare aziendale, e in particolare delle misure di conciliazione, all’interno delle cooperative. L’analisi si concentra su dodici società cooperative aderenti alla confederazione Legacoop che hanno realizzato interventi a sostegno dei propri dipendenti e soci.

Prima di descrivere i risultati dell’indagine, l’autore analizza i motivi per cui, all’interno del mondo della conciliazione, il tema del welfare aziendale risulta essere sempre più rilevante. Pavolini individua tre ragioni: la prima è valoriale e si lega al fatto che le cooperative, per loro stessa natura, sono caratterizzate da un clima e da una cultura attente alle esigenze dei soci e dei dipendenti. Secondo Pavolini, fa parte della cultura cooperativa infatti tentare – più di quanto ci si possa aspettare che avvenga in imprese private – di coniugare l’attenzione all’efficienza e alla competitività con il benessere per i dipendenti.

La seconda ragione riguarda il fatto che l’attenzione verso le condizione dei propri lavoratori si è spesso diffusa in modo autonomo e soprattutto informale in molte cooperative. L’attuale dibattito sul welfare aziendale in Italia le sta quindi aiutando a mettere a fuoco e sviluppare in maniera più efficace una serie di pratiche e interventi che già erano in corso ma non formalizzati. La terza ragione, infine, riguarda il ruolo che alcune cooperative, in particolare quelle sociali, possono giocare nel campo del welfare aziendale. Queste cooperative infatti possono essere contemporaneamente erogatrici e beneficiarie di prestazioni di welfare aziendale. In questo senso i servizi verso i dipendenti possono sia migliorare la loro condizione, offrendo più prestazioni, sia ampliare il campo di attività delle stesse cooperative.

Il welfare aziendale nelle cooperative di Legacoop

In merito ai risultati della ricerca, le cooperative oggetto dell’indagine offrono un insieme eterogeneo di misure di welfare. Gli interventi realizzati riguardano quattro aree.

  1. Sostegno al reddito: comprende convenzioni per beni e servizi, erogazione del Tfr in forma straordinaria, borse di studio, rimborso per i trasporti, accesso a fondi pensione complementari, forme di sanità integrativa, microcredito, prestito sociale;
  2. Servizi di conciliazione: comprende nidi aziendali o misure di sostegno al pagamento delle rette, centri estivi, servizi di supporto scolastico e voucher dopo-scuola, servizi per la cura dei genitori non autosufficienti;
  3. Organizzazione dei tempi di lavoro: comprende la concessione di part-time reversibili, forme di mobilità orizzontale per i carichi familiari, orari flessibili, telelavoro e smart-working;
  4. Organizzazione aziendale; fa riferimento all’inserimento in azienda di figure e organi ad hoc per la conciliazione e le pari opportunità e alla creazione di strumenti di comunicazione adeguati e facilmente accessibili.

Ulteriori interventi offerti da alcune delle cooperative oggetto di indagine hanno riguardato l’estensione di permessi, congedi e benefici previsti per il matrimonio e la genitorialità anche alle unioni civili e alle convivenze di fatto. Altre cooperative sono invece intervenute nell’ambito della mobilità sostenibile, implementando sistemi di car sharing volti ad agevolare gli spostamenti dei lavoratori tra la loro casa e il posto di lavoro.

Infine, meritano attenzione due interventi innovativi rivolti alle lavoratrici-madri. Il primo riguarda la realizzazione di attività formative volte alla valorizzazione del potenziale femminile e alla diffusione delle politiche di pari opportunità. Il secondo concerne interventi di supporto piscologico, attività di consulenza e coaching rivolti alle lavoratrici che rientrano al lavoro dopo aver usufruito del congedo di maternità.

Le opportunità e le debolezze degli interventi di welfare delle cooperative

La ricerca individua, infine, i punti di forza e le criticità che emergono dalle esperienze maturate nel mondo della cooperazione. I punti di forza identificati dall’autore sono essenzialmente tre. In primo luogo, gli interventi di welfare garantiscono un’ampia copertura in termini di bisogni: le misure realizzate toccano molte aree del welfare aziendale e pongono una particolare attenzione alla conciliazione vita-lavoro. In secondo luogo, alcune cooperative – in particolare di quelle che operano nel sociale – gestiscono agevolmente i servizi di welfare grazie alla loro lunga esperienza in materia. Infine, l’erogazione delle prestazioni produce un effetto positivo in termini di rafforzamento dell’identità e dell’appartenenza dei dipendenti.

Le criticità, invece, riguardano in particolare due ambiti. Il primo è quello logistico e si lega alla distribuzione geografica delle diverse sedi delle cooperative, e quindi dei lavoratori, che rende più difficile realizzare un’offerta omogenea. Alcune cooperative, infatti, operano lungo tutto il territorio nazionale e questa articolazione costituisce un elemento di complessità nella realizzazione di un’offerta di welfare valida ed efficace per i bisogni di tutti i soci e tutti i dipendenti.

Il secondo ambito di criticità è quello dei costi. Nell’attuale contesto di crisi economica è infatti difficile attivare interventi di welfare onerosi. A questo si aggiunge che buona parte delle cooperative opera in settori ad alta intensità di lavoro e limitata produttività. Questi elementi tendono chiaramente a ostacolare l’introduzione di piani di welfare.


Osservazioni conclusive

Il volume mette in luce che le pratiche di welfare aziendale hanno, negli ultimi anni, ricevuto crescente attenzione da parte delle imprese cooperative. In particolare, la conciliazione tra i tempi di lavoro e i bisogni della vita privata sembra essere uno degli ambiti di intervento su cui le cooperative si stanno maggiormente concentrando.

Il mondo cooperativo presenta infatti numerosi punti di forza che permettono di sviluppare interventi di welfare al proprio interno (per soci e lavoratori) così come all’esterno (per imprese interessate a sviluppare questo tipo di attività). Le esperienze delle cooperative Legacoop analizzate nel testo offrono un interessante scorcio di quanto è stato fatto fino ad ora da queste imprese. Il lavoro di analisi realizzato da Pavolini rappresenta infine un’ulteriore occasione di approfondimento dei possibili rischi e delle possibili opportunità legati all’implementazione di strumenti di welfare aziendale.

Riferimenti

Emmanuele Pavolini (a cura di), Welfare aziendale e conciliazione. Proposte e esperienze dal mondo cooperativo, Il Mulino, 2016.