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Già prima della crisi-che-non-passa, il welfare pubblico italiano faticava a rispondere alle crescenti domande di servizi provenienti dalle famiglie, specialmente sul fronte sanitario e socio-assistenziale. La difficile congiuntura economica e il generale impoverimento dei cittadini ha tuttavia portato a un aumento consistente di quella fascia grigia della popolazione che, pur non trovandosi al di sotto della soglia di povertà, non possiede redditi sufficienti ad accedere al sistema di tutele privato per sopperire alle scarse (o assenti) risposte offerte dallo Stato.

Per fronteggiare tale situazione sempre più aziende, organizzazioni sindacali e datoriali, enti bilaterali, casse mutue e assicurazioni stanno sviluppando propri strumenti di welfare, affiancando le istituzioni pubbliche nell’erogazione di servizi in favore delle comunità. In questo senso il perimetro della protezione sociale si è quindi ampliato grazie ad esperienze capaci di inserirsi in quelle aree di bisogno che il primo welfare non riesce più – o non è mai riuscito – a presidiare efficacemente.

In tale ambito, mutualità e bilateralità hanno progressivamente assunto un ruolo sempre più significativo, contribuendo ad ampliare le varie forme di intervento richieste dai cittadini e rendendo più efficiente un sistema di tutele che, fino ad oggi, si è basato quasi esclusivamente sull’intervento pubblico. Proprio al ruolo di queste due declinazioni del secondo welfare sarà dedicata la tavola rotonda “Mutualità e bilateralità per la tutela delle famiglie. Le prospettive del welfare integrativo nel Mezzogiorno” che Percorsi di secondo welfare, in collaborazione con il Centro Einaudi e SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, organizza all’interno della Giornata Nazionale della Previdenza 2015.

Mutualità e bilateralità contro gli effetti della crisi

Nella misura in cui si configurano come strumenti per favorire la diffusione del welfare all’interno delle imprese, mutualità e bilateralità rappresentano un’opportunità e una risorsa importante per il mondo produttivo italiano. Il welfare aziendale, favorito dalla normativa fiscale, è ormai concepito da più parti – tanto sul fronte sindacale che su quello datoriale – come uno strumento utile a favorire la ripresa attraverso il coinvolgimento delle persone e la volontà di integrare con nuove misure un sistema di tutele che ha un enorme bisogno di rinnovarsi. In questo quadro anche mutualità e bilateralità possono rispondere alle esigenze dei lavoratori e contribuire ad accrescere la performance delle imprese in termini sia di motivazione dei lavoratori che di produttività aziendale.

Viste le caratteristiche del tessuto produttivo italiano, costituito nella stragrande maggioranza di piccole e medie imprese, risultano particolarmente promettenti quegli strumenti che consentono alle aziende di formare aggregazioni che favoriscono maggiore competitività e capacità di innovazione, ma anche la costituzione di una massa critica sufficiente per sostenere lo sviluppo di sistemi di welfare aziendale a beneficio dei dipendenti e, sempre più spesso, degli stessi territori in cui questi prendono forma.

Anche le piccole e medie imprese in rete possono infatti utilizzare la bilateralità e la mutualità per offrire ai propri dipendenti nuove prestazioni di welfare, sperimentando soluzioni innovative per la tutela delle famiglie. In questo ambito si collocano servizi legati alla maternità e alla genitorialità, forme di aiuto nella gestione domestica e degli oneri di cura dei più piccoli, il supporto alle spese scolastiche e all’istruzione, nonché i servizi appartenenti all’area assistenziale, in particolare rivolti ad affiancare le famiglie nella cura degli anziani.

Le prospettive per il Sud: la tavola rotonda alla GNP 2015

Ad oggi la sfida è quindi quella di elaborare piani di welfare aziendale, se possibile in sinergia con le rappresentanze sindacali, facilmente declinabili anche in un’ottica territoriale. Non va dimenticato, infatti, che la condivisione di progetti e risorse per l’offerta di nuovi servizi origina dalla volontà di aiutare i lavoratori a fare fronte alle necessità della vita quotidiana, ma può al tempo stesso favorire lo sviluppo di strutture sul territorio e l’occupazione nel settore dei servizi alla persona. In diverse zone del Paese questo processo appare già avviato, mentre in altre, soprattutto nel Meridione, si registra un largo ritardo per quanto riguarda lo sviluppo di pratiche di secondo welfare come quelle sopra riportate.

Per tale ragione il prossimo 12 maggio, a partire dalle 17.15, all’interno dell’ampio programma previsto dalla Giornata Nazionale della Previdenza, si svolgerà l’evento “Mutualità e bilateralità per la tutela delle famiglie. Le prospettive del welfare integrativo nel Mezzogiorno” organizzato da Percorsi di secondo welfare e da SRM. L’obiettivo è di proporre un’ampia riflessione sul tema e aprire il dibattito sulla bilateralità e sulla mutualità a livello territoriale analizzando le prospettive di sviluppo delle forme integrative nelle Regioni del Sud, valorizzandone le opportunità di diffusione e identificando i rischi cui occorre dare risposte di sistema.

L’evento sarà introdotto da Salvio Capasso, SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, che offrirà alcuni dati utili a comprendere lo scenario socio-economico del Mezzogiorno e gli effetti prodotti dalla crisi, e da Franca Maino, direttrice di Percorsi di secondo welfare, che delineerà le risposte più innovative sviluppate grazie a mutualità e bilateralità. Seguirà la tavola rotonda cui parteciperanno Marco Musella, Vice-Presidente della Fondazione Banco di Napoli, Marco Grassi, Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo, Lina Lucci, Segretario generale CISL Campania, e Marco Traversi, Amministratore unico di Project Ahead.

Welfare integrato, assicurazioni e previdenza complementare

Oltre alla tavola rotonda organizzata dal nostro Laboratorio segnaliamo altri tre eventi che possono aiutare a comprendere meglio le diverse strade attraverso cui il secondo welfare sta prendendo piede nel nostro Paese.

Martedì 12 maggio, ore 14.30 – “Gli investimenti previdenziali nella nuova dimensione del welfare integrato”, durante il quale saranno analizzate le prospettive evolutive del sistema dei Fondi sanitari e le nuove sfide della previdenza complementare in un’ottica di welfare integrativo.
Giovedì 14 maggio, ore 9.30 – “Il settore assicurativo italiano per un welfare moderno”, nel corso del quale sarà discusso l’impegno del settore assicurativo per portare il modello di welfare italiano all’altezza di quelli di altri Paesi avanzati.
Giovedì 14 maggio, ore 11.30 – “Previdenza e welfare allargato: gli enti del “103” a sostegno della professione e dell’economia reale”, in cui sarà analizzato l’attuale quadro normativo al fine di formulare una proposta indirizzata al superamento dei vincoli che frenano un’azione più efficace degli enti professionali.

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Articolo di Franca Maino pubblicato su Il Punto, Giornale online della Giornata Nazionale della Previdenza

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