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Lo scorso 22 gennaio è stata presentata online (per info si veda qui) la seconda edizione del report, realizzato da Openpolis in collaborazione con l’impresa sociale “Con i bambini”, “Mappe della povertà educativa in Lombardia”. La Lombardia è la regione con il più alto numero di minori in Italia (1,6 milioni) e in questo territorio, il confronto fra Comuni permette di individuare, anche nelle realtà più virtuose, le zone deprivate e con maggiori criticità. Considerando il contesto del Covid-19, quest’anno l’analisi si è concentrata su tre aspetti: accesso digitale, edilizia scolastica e raggiungibilità delle scuole.


Accesso digitale 

L’analisi si è concentrata sulla diffusione delle connessioni ultraveloci e si è basata su dati precedenti all’attuale crisi, focalizzandosi quindi sull’estensione della rete prima dell’emergenza. Considerando la situazione delle reti, la Lombardia mostra dati in linea con la media nazionale. Le differenze all’interno del territorio sono tuttavia di rilievo, poiché esiste un notevole gap tra area montana e metropolitana, che diventa sempre più marcato man mano che si passa a tecnologie più potenti.

Così per la banda larga ultraveloce (con velocità teorica superiore a 100 Mbps) nell’area metropolitana di Milano c’è una copertura superiore al 60%; mentre nella provincia di Sondrio la copertura è del 14%. In termini di copertura della rete fissa di banda larga ultraveloce la città metropolitana di Milano è il territorio con più famiglie potenzialmente raggiunte dalla regione. Un dato coerente con la vocazione metropolitana del capoluogo lombardo, ma che anche in questo caso mostra delle differenze interne se si confronta la città principale col suo hinterland. Rispetto alla provincia di Sondrio, Milano mostra una diffusione molto più capillare tra i diversi comuni dell’area metropolitana. Quasi 9 su 10 hanno almeno una parte di famiglie potenzialmente raggiunte dalla rete fissa a oltre 100 Mbps, una quota che varia molto comunque tra il centro e le periferie.

Inoltre, il comune di Milano è una delle città Italiane con maggiore diffusione di dispositivi digitali nelle scuole (il 44,5% degli studenti milanesi studia in un plesso con oltre 10 pc, contro una media del 36-37% riscontrata a Roma e a Napoli). Tuttavia, non è affatto trascurabile la quota di alunni (14% del totale) che frequentano scuole che dichiarano zero dispositivi.


L’edilizia scolastica

Anche se l’emergenza sanitaria ha pesantemente limitato la frequenza delle lezioni scolastiche in presenza, la scuola rimane il luogo dove normalmente bambini e ragazzi passano la maggior parte del proprio tempo fuori casa. Proprio per questo il documento si domanda qual è il livello di sicurezza degli edifici scolastici lombardi. In merito, sul totale delle strutture statali della Lombardia, ben il 20,4% è considerato vetusto (ovvero ha più di 50 anni secondo la definizione del Miur), si tratta di un dato che supera la media nazionale (pari a 17,8%).

Anche in questo caso significative sono le differenze interne: nelle province di Cremona, Pavia e Mantova oltre il 30% delle scuole sono classificate come vetuste. Seguono i territori di Lodi e Como con 20,4%. Chiude la graduatoria la provincia di Monza Brianza (13,8%).

La raggiungibilità delle scuole

Infine, il report si concentra sull’accessibilità delle scuole. Secondo i dati riportanti, in Lombardia, l’89,2% degli edifici scolastici statali è raggiungibile con almeno un mezzo alternativo all’automobile, attraverso mezzi di trasporto pubblico (di tipo urbano, interurbano o ferroviario) o con lo scuolabus. Si tratta di un dato superiore alla media nazionale (86%). Analizzando i singoli territori, insieme alla provincia di Pavia la città metropolitana di Milano è l’unica a non superare la media nazionale. Sono 6 su 12 le province lombarde con oltre il 90% di scuole raggiungibili grazie al trasporto pubblico (Bergamo ha il record con 97,7%).


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