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Il 14 dicembre in Fondazione Cariplo sono stati presentati i bandi finanziati grazie al “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”. 

L’evento, trasmesso diretta in streaming, è stato aperto dai saluti di Sergio Urbani (Direttore Generale della Fondazione Cariplo), cui è seguita una breve relazione di Alberto Fontana (Commissione Centrale di Beneficienza Fondazione Cariplo) che ha richiamato le attività sostenute dalla Fondazione. Il contenuto dei bandi è invece stato presentato da Carlo Borgomero, Presidente della Fondazione con il Sud.

Per quest’anno il budget complessivo del fondo, a cui Fondazione Cariplo partecipa con 22 milioni, è pari a 115 milioni di euro. Di questi, 69 milioni sono destinati ai progetti “Prima Infanzia” (rivolti ai bambini fra 0 e 6 anni) e 46 milioni ai progetti “Adolescenza” (destinati ai ragazzi fra 11 e 17 anni). Per presentare i progetti c’è tempo fino al 16 gennaio nel caso del bando per la prima infanzia e fino all’8 febbraio per quello dell’adolescenza.

Il fondo nazionale

Come richiamato da Borgomero, il fondo nasce grazie all’iniziativa della Fondazione Cariplo e dell’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) ed è stato istituito (in via sperimentale per il triennio 2016/2018) con la Legge di Stabilità 2016. Il fondo è alimentato dalle fondazioni di origine bancaria (FOB), alle quali è riconosciuto un contributo, sotto forma di un credito di imposta, pari al 75% dei versamenti effettuati.

Il fondo, ha sottolineato Borgomero, ha natura privatistica ed è istituito presso l’Acri. In base al Protocollo d’Intesa sottoscritto tra Acri e Governo, spetta all’Acri individuare il soggetto attuatore del fondo e questo incarico è stato attribuito alla Fondazione con il Sud. Questa fondazione è nata, nel 2006, grazie all’alleanza fra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato. La fondazione con il Sud, a sua volta, ha costituito un’impresa sociale esclusivamente dedicata all’attuazione del Fondo Povertà educativa. È nata così l’impresa sociale “con i bambini”.

Chi può partecipare ai bandi

I bandi si rivolgono a partnership basate su “accordi paritetici” tra due o più soggetti di cui almeno uno appartenente al Terzo Settore. Ogni partnership deve individuare un “soggetto responsabile” per coordinare i rapporti fra i diversi soggetti partecipanti e l’impresa sociale “Con i bambini”.

Per garantire la massima partecipazione, ciascun soggetto potrà partecipare a una sola proposta (in un bando come soggetto responsabile e nell’altro come partner o in entrambi i bandi come partner) in ciascuno dei due bandi. Le amministrazioni locali, le università e i centri di ricerca possono invece partecipare in qualità di partner a più proposte.

Le graduatorie

Per ciascun bando ci saranno due differenti graduatorie. La “graduatoria A” fa riferimento a progetti che interessano un’unica regione e per i quali il contributo assegnato è compreso tra 250 mila euro e 1 milione di euro. Per questa graduatoria, il bando prevede delle quote minime di destinazione delle risorse per regione, o per gruppi di regioni. Tali quote sono stabilite sulla base di indicatori demografici e socio-educativi. La "graduatoria B", riguarda invece gli interventi di maggiore dimensione, che possono interessare anche più regioni e per i quali il contributo assegnato è compreso fra uno e tre milioni.

Obiettivi e ambiti di intervento del bando dedicato alla prima infanzia

ll Bando “Prima infanzia” si propone di ampliare e potenziare i servizi educativi e di cura dei bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. In particolare il focus è sui bambini e le famiglie vulnerabili che vivono in contesti territoriali disagiatati. L’obiettivo è migliorare la qualità, l’accesso, la fruibilità, l’integrazione e l’innovazione dei servizi esistenti e rafforzare l’acquisizione di competenze fondamentali per il benessere dei bambini e delle loro famiglie.

Il bando sollecita inoltre lo sviluppo di un approccio di “Welfare Comunitario”. In particolare, si ritiene utile che i progetti coinvolgano tutti quei soggetti che, a vario titolo, si occupano già di infanzia ed educazione. Un ruolo cardine deve poi essere riconosciuto alle famiglie coinvolte negli interventi.

Gli elementi chiave su cui devono basarsi gli interventi progettuali sono:

  • il potenziamento dell’accesso ai servizi di asili nido e scuola d’infanzia, da realizzare attraverso il miglioramento degli aspetti organizzativi, regolamentari e gestionali delle strutture. L’accesso deve essere adattato ai bisogni e alle capacità delle famiglie vulnerabili (es. servizi flessibili, aperti in orario curriculare ed extracurriculare) e prevedere forme di contribuzione innovative, che vadano oltre la mera dimensione economica (es. copertura totale, parziale o progressivamente decrescente delle rette con meccanismi di restituzione anche non economica da parte delle famiglie);
  • l’integrazione di tutti i servizi per la prima infanzia, attraverso l’adozione di un approccio multi-servizio capace di ampliare l’offerta e superare la frammentazione degli interventi (es. servizi educativi, sanitari, sociali, culturali, consultori);
  • l’attivazione di offerte complementari/integrative al servizio nido/scuole d’infanzia (es. spazi genitori/bambini, spazi multiservizi, nidi e scuole d’infanzia aperti);
  • azioni a sostegno della genitorialità, della maternità e della conciliazione famiglia – lavoro;
  • la sperimentazione di strumenti di aiuto economico alle famiglie condizionati all’accesso e alla frequenza dei servizi da parte dei minori

 

Obiettivi e ambiti di intervento del bando dedicato all’adolescenza

Il bando “Adolescenza” mira a prevenire e contrastare la dispersione scolastica degli adolescenti. Questo obiettivo deve essere perseguito attraverso l’erogazione di interventi integrati che (anche grazie ad azioni sistemiche volte alla creazione di presidi ad alta densità educativa) affianchino, all’attività delle istituzioni scolastiche, l’azione di tutti i soggetti che, a vario titolo, si occupano dei ragazzi. Anche in questo caso, il bando sollecita quindi l’adozione di un approccio di “Welfare Comunitario”.

Gli elementi chiave su cui devono basarsi gli interventi progettuali sono:

  • la promozione della scuola, come attore centrale nel sostenere la crescita dei minori e delle loro famiglie, in integrazione con il Terzo Settore e con le forme di auto-organizzazione di cittadini e genitori. La scuola deve essere intesa come “scuola aperta”, ovvero luogo di apprendimento, confronto, socializzazione e crescita aperto alla comunità
  • la cura degli spazi comuni, attraverso cui sperimentare modelli positivi di utilizzo del tempo libero e di promozione della cittadinanza e della legalità. L’obiettivo è prevenire la devianza e promuovere il senso di riappropriazione degli spazi.
  • rafforzamento del ruolo di coloro che partecipano al processo educativo (genitori, insegnanti, operatori sociali) finalizzato allo sviluppo di una migliore interazione con i destinatari e alla diffusione di metodologie di apprendimento e strumenti didattici innovativi;
  • l’attivazione di processi di sviluppo volti a incentivare una maggiore responsabilizzazione delle famiglie, favorendo il coinvolgimento dell’intero nucleo familiare nei servizi presenti sul territorio.