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Già prima della crisi economica l’Italia presentava un tasso di povertà superiore alla media europea. Nel 2007, la percentuale di cittadini “a rischio di povertà ed esclusione sociale” – ovvero che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, o a rischio di povertà o in condizioni di severa deprivazione materiale – era pari al 26%, contro una media della UE a 27 del 24,5%. Negli ultimi anni questo divario fra Italia ed Europa è ulteriormente aumentato: nel 2017 il rischio di povertà ed esclusione sociale nel nostro Paese ha raggiunto il 28.9% (+2.9), mentre mediamente è calata nel resto dell’Unione, arrivando al 22,5% (-3,5).

Andando a guardare i dati che riguardano il nostro Paese la situazione appare ancora più grave. La percentuale di persone in condizione di povertà assoluta, incapaci cioè di accedere a beni e servizi ritenuti essenziali per vivere in maniera dignitosa, è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni. Se nel 2007 i poveri assoluti erano il 3,1% della popolazione nel 2017 tale percentuale è salita all’8,4%: da 1.789.000 persone si è arrivati a 5.058.000 persone in povertà estrema.

Tradizionalmente nel nostro Paese la lotta alla povertà ha trovato poco spazio nelle agende politiche dei Governi che si sono succeduti negli anni della Seconda Repubblica. Di conseguenza, gli strumenti di policy di contrasto alla povertà sono rimasti estremamente deboli. In questo quadro, tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un rinnovato impegno dell’attore pubblico nel campo della lotta alla povertà che, dopo un lungo percorso, ha portato l’Italia a dotarsi per la prima volta nella sua storia di una misura strutturale di contrasto all’indigenza: il Reddito di Inclusione (REI).

In questo quadro, Percorsi di secondo welfare vuole contribuire a sostenere il dibattito e le azioni che le istituzioni pubbliche e gli attori del secondo welfare stanno sviluppando. Il Focus supovertà e inclusione mira allora a realizzare un costante monitoraggio: 1) del fenomeno della povertà, attraverso la rassegna dei principali rapporti pubblicati in materia (ad esempio dall’ISTAT); 2) delle azioni volte ad implementare il Reddito di inclusione; 3) delle iniziative che vedono protagonisti gli attori del secondo welfare (come il. Fondo per il contrasto della povertà educativa). Di seguito potete consultare i nostri contributi su questo tema.


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