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Lo scorso 19 ottobre la Giunta regionale ha approvato il “Patto per il sociale delle Regione Piemonte 2015/2017”. Il Patto risponde all’obiettivo di dotare la Regione di uno strumento di programmazione delle politiche sociali ed è il risultato di un lungo lavoro di confronto con i territori promosso dall’Assessore Augusto Ferrari fin dal suo insediamento nella primavera del 2014.

Per la definizione del Patto sono stati realizzati una serie di incontri che hanno visto protagonisti gli attori a vario titolo coinvolti nell’implementazione delle politiche di welfare (amministratori, operatori del sociale, esponenti del settore del privato sociale, ecc.). Questa fase di confronto con i territori si è chiusa con l’adozione da parte della Giunta Regionale di una delibera che formalizza gli orientamenti di fondo del Patto.


Il metodo

Il Patto vuole innanzitutto essere un processo in grado di attivare una dinamica partecipativa coinvolgendo una pluralità di attori territoriali. Da questo punto di vista il Patto risponde alla volontà politica di costruire un rapporto di fiducia e cooperazione tra Regione e territorio. Il lavoro di confronto con i territori ha permesso di identificare tre filoni di intervento prioritari. Il primo riguarda la necessità di recuperare il ruolo originario di programmazione strategica e di indirizzo proprio della Regione. Il secondo concerne la revisione della normativa volta a rendere le regole che governano il sistema dei servizi più adeguate alle esigenze e ai bisogni della comunità e a promuovere la semplificazione amministrativa al fine di agevolare il lavoro degli enti locali e degli attori sociali. Il terzo riguarda invece la costruzione di un sistema di governo delle politiche sociali più razionale ed efficiente in modo da promuovere un utilizzo delle risorse funzionale al raggiungimento degli obiettivi di servizio.

Gli obiettivi strategici

Per la programmazione del periodo 2015/2017, la delibera individua tre assi strategici (integrazione socio-sanitaria; inclusione sociale e del contrasto alle diverse forme di povertà; sostegno alle responsabilità genitoriali e prevenzione del disagio minorile) a questi se ne aggiunge un quarto che ha una valenza trasversale (la riforma dell’assetto di governo).


L’asse dell’integrazione socio-sanitaria

Il Patto evidenzia la necessità di definire, attraverso l’istituzione di una cabina di regia socio-sanitaria, una modalità operativa integrata fra la Direzione Sanità e la Direzione Coesione Sociale. La cabina di regia dovrà essere presieduta congiuntamente dagli assessorati alla sanità e alle politiche sociali, costituita dai dirigenti e dai funzionari di settore della Regione Piemonte e aperta alla partecipazione attiva dei rappresentanti della ASL e degli Enti Gestori delle funzioni socio-sanitarie. Questa modalità operativa dovrà essere messa a punto entro dicembre 2015 in modo che possa delinearsi in atti concreti nel biennio 2016/2017.

Gli ambiti operativi di cui la cabina di regia sarà responsabile riguardano: i servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali rivolti a persone anziane, disabili, minori e pazienti psichiatrici; i servizi sanitari di continuità assistenziale; gli interventi di carattere sociale; i sistemi e flussi informativi inerenti tali ambiti.

Gli obiettivi che la cabina di regia si propone sono:

  • l’elaborazione congiunta di atti di indirizzo e di programmazione in ambito socio-sanitario;
  • il monitoraggio sistematico della loro attuazione nel territorio regionale;
  • la definizione annuale dei budget finanziari;
  • il coordinamento dell’attività di raccolta, condivisione e diffusione dei dati;
  • l’espressione di pareri e indicazioni operative sugli atti di indirizzo;
  • la formulazione di proposte relative agli indicatori di qualità e servizio.

Per raggiungere questi obiettivi saranno avviate e stabilizzate consultazioni con le organizzazioni sindacali, la cooperazione sociali, le associazioni e il mondo del volontariato.

Asse dell’inclusione sociale e del contrasto alle diverse forme di povertà

Il Patto evidenzia che, in materia di povertà e inclusione sociale, spetta alla Regione il compito di definire una strategia organica e complessiva attraverso la cooperazione con tutte le risorse locali. In questo ambito, le azioni saranno costruite in sinergia con l’assessorato all’istruzione, al lavoro e alla formazione professionale e intendono integrare linee di intervento riguardanti: il sostegno al reddito e il reinserimento socio-lavorativo; le politiche di sostegno al diritto all’abitare; gli interventi di sostegno alimentare.

Il Patto prevede poi la definizione di un Piano Regionale contro la povertà e per l’inclusione sociale. In vista della definizione del piano, entro la fine del 2015 e attraverso l’istituzione di un laboratorio regionale partecipato dagli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, dai sindacati e dalle organizzazioni del volontariato e del terzo settore, sarà definita una modalità di azione integrata con l’assessorato al lavoro e alla formazione professionale.

All’interno del laboratorio il lavoro riguarderà:

  • la messa a sistema della strumentazione e delle esperienze già esistenti nei territori (a partire dalle forme di assistenza economica e dalle risorse in esse impiegate);
  • la definizione di criteri condivisi per l’utilizzo delle risorse (comunali, regionali e statali);
  • l’elaborazione di indicatori utili alla misurazione della povertà
  • l’avvio di un rapporto stabile con le fondazioni piemontesi al fine di sostenere (anche con finanziamenti privati) progetti di attivazione e di inclusione;
  • la definizione di linee guida regionali per la diffusione su tutto il territorio di misure di sostegno alla locazione e di politiche attive per l’inserimento lavorativo;
  • la definizione di linee di intervento, condivise con le direzioni agricoltura e sanità, per il recupero degli alimenti a fini di solidarietà sociale.

L’asse del sostegno alle responsabilità genitoriali e della prevenzione del disagio minorile

In questo ambito, l’obiettivo strategico è quello di potenziare e promuovere l’istituzione di “centri per le famiglie” integrati con i servizi alla prima infanzia e costruiti come luoghi di partecipazione volti a promuovere progettualità, intercettare nuovi bisogni e diffondere una cultura e una prassi della prevenzione.

In questa prospettiva si intendono sviluppare una serie di linee di intervento riguardanti:

  • La messa a sistema di progetti e prassi già presenti e diffuse nel territorio regionale, attraverso la promozione di un tavolo permanente sulla prima infanzia
  • La revisione della normativa regionale sui servizi per la prima infanzia e l’adozione di una nuova legge regionale sul sistema dei servizi rivolti ai bambini dai 0 ai 6 anni;
  • Lo sviluppo di una rete territoriale, per la promozione di servizi innovativi volti a sostenere e supportare le responsabilità familiari, che abbia come punto di riferimento i Centri per le famiglie.

Nei primi mesi del 2016 questi orientamenti saranno oggetto di specifiche linee guida regionali.

La riforma dell’assetto di governo

Il patto interviene infine sul profilo organizzativo del welfare piemontese. In particolare si prevede un sistema che deve reggersi su due pilastri.

  • La Regione cui spetta: a) il governo complessivo del sistema; b) l’individuazione degli strumenti di programmazione partecipata, la promozione della concertazione e della cooperazione tra i diversi livelli istituzionali e con gli altri soggetti interessati. In particolare, il riferimento è all’ANCI, al Coordinamento degli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali, ai Sindacati, al Forum del volontariato e del Terzo Settore, all’Alleanza delle cooperative italiane;
  • I Distretti Territoriali della Salute e Coesione Sociale che dovrebbero essere il frutto della convergenza fra i distretti sanitari definiti dalle ASL e le zone sociali in cui operano gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali. Questa convergenza dovrebbe garantire una più efficace programmazione e gestione dei servizi alle persone.


Riferimenti

Il Patto per il sociale della Regione Piemonte 2015-2017. Un percorso politico partecipato