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Il 18 dicembre a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, sono stati firmati i 93 progetti che completano il piano per le periferie approntato dal Governo. Si tratta in tutto di 120 i progetti finanziati "con un investimento rilevante – ha sottolineato Gentiloni – complessivamente 4 miliardi, di cui 2,1 statali e quasi altrettanti che vengono da fondi regionali, investimenti privati e altre forme". Dei 120 progetti, 107 sono stati presentati da Comuni e 13 da Città Metropolitane. Complessivamente, i progetti interessano il territorio di 445 enti locali italiani (sono infatti 348 i Comuni interessati dai progetti delle Città Metropolitane) per una popolazione pari a 22.913.218 abitanti.


Le città protagoniste

Il Bando Periferie è stato pubblicato dal Governo Renzi nel maggio 2016 ed ha ricevuto un’importante risposta da parte di Comuni e Città Metropolitane. Un elemento che evidenza come l’iniziativa sia stata in grado di intercettare l’esigenza diffusa di trovare risorse per dare attuazione a azioni integrate spesso già disponibili a uno stadio avanzato di progettazione. 

Con questa iniziativa per la prima volta le città hanno attivato un processo di formulazione di progetti di rigenerazione urbana che integrano interventi fisici di trasformazione e riqualificazione con interventi immateriali di welfare, innovazione sociale e sviluppo economico. Secondo quanto emerge da un dossier curato Anci e Urban@it, il bando rappresenta infatti un’esperienza per molti versi inedita nel quadro delle politiche urbane in Italia, tanto di contenuto, quanto di metodo. Tra le novità più importanti si segnala in particolare il coinvolgimento delle Città Metropolitane, la promozione di interventi multisettoriali e l’attivazione di nuove sinergie tra interventi pubblici e privati.

“Il co-finanziamento – si legge nel citato dossier – mostra un rilevante sforzo di integrazione compiuto dai Comuni, che hanno formulato progetti con l’obiettivo di mettere a coerenza le risorse messe a disposizione dal bando con risorse già disponibili o reperite ad hoc e provenienti da fonti differenti. Per quanto concerne il co-finanziamento pubblico, un ruolo importante è quello dei programmi operativi (regionali e nazionali) derivanti dai fondi strutturali e di investimento europei. Ma sono presenti anche altri attori, dalle agenzie regionali per la casa alle università, alle ASL. Per quanto concerne gli attori privati, lo scenario è molto variegato. Un ruolo importante è sta dei fondi immobiliari, oltre a quello già menzionato delle grandi aziende a capitale pubblico. Ulteriori fonti sono individuabili nelle società sportive, nelle fondazioni bancarie, nel terzo settore”. 


I principali ambiti di intervento

Gli ambiti prevalenti degli interventi sono 15: aree dismesse, l’ambito che ha maggiore incidenza sul valore complessivo dei progetti; spazio pubblico, volto alla riqualificazione di aree pubbliche della città; mobilità e trasporto pubblico locale (TPL); casa, volta a soddisfare la domanda abitativa spaziando dall’edilizia residenziale pubblica al social housing; sviluppo economico e lavoro; scuola; inclusione sociale, che fa riferimento a interventi di welfare, solidarietà, cura; cultura; parchi e verde; piste ciclabili; salute, sport e benessere; resilienza e sicurezza del territorio; innovazione tecnologica; governance e partecipazione; sicurezza.


Dalla cura allo sviluppo

"Si tratta di un intervento straordinario e di una grande possibilità che viene data a 22 milioni di italiani, che potranno usufruire a breve di progetti innovativi e di un nuovo modello di sviluppo" ha commentato  Antonio Decaro, Presidente dell’Anci e sindaco di Bari. I progetti dei Comuni non rappresentano un elemento di interesse solo per ciascuno dei territori su cui insistono. Piuttosto, rappresentano un mosaico di interventi che nel loro insieme si configurano come un vero e proprio progetto per il Paese, con migliaia di azioni di riqualificazione, trasformazione e recupero che nei prossimi anni offriranno a milioni di italiani nuovi spazi e servizi, spiegano Anci e Urban@it.

"Ma non è solo un investimento di cura" ha detto il premier Gentloni "vuole essere un investimento di sviluppo. Stiamo investendo in alcuni degli asset più forti e più competitivi per porre rimedio alle difficoltà che hanno interessato il tessuto urbano, e che sono tutt’altro che alle nostre spalle, per rendere le città più forti, competitive, capaci di attrarre gli investimenti".

 

Riferimenti

Rigenerazione urbana: un progetto per l’Italia, Dossier sui Progetti di Comuni e Città Metropolitane per il Bando Periferie 
Anci e Urban@it

Periferie, Gentiloni: «Mobilitati quasi 4 miliardi»
Il Sole 24 Ore, 18 dicembre 2017

Dal Bando periferie all’Agenda urbana nazionale 
Forum PA, 19 dicembre 2017