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I tempi di crisi ci impongono di impiegare al meglio le risorse disponibili. Anche quando queste arrivano da oltreconfine. E’questa l’idea alla base della creazione del primo asilo nido transfrontaliero che sorgerà a Pulfero (in provincia di Udine) dalla collaborazione tra i comuni di Pulfero e Kobarit (Caporetto), tra Italia e Slovenia. Un’esperienza altamente innovativa che ci dimostra come la sinergia con l’Unione Europea e una più profonda integrazione tra i suoi Paesi possano produrre effetti positivi anche in materia di servizi sociali.


Il progetto

L’idea dell’asilo senza confini tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia nasce il luglio scorso dalla collaborazione tra il sindaco di Pulfero, Piergiorgio Domenis, e quello di Kobarid (Caporetto), Darja Hauptman, sulla scia di una serie di iniziative che i due comuni hanno intrapreso negli ultimi anni – precisamente a partire dal 21 dicembre 2007 quando, con l’accordo di Schengen, è stata abbattuta la barra del confine – finalizzate a riconnettere le due comunità dopo decenni di isolamento (Caporetto fu annessa alla Jugoslavia nel 1947).

Il progetto prevede il recupero e la messa in sicurezza della ex-scuola elementare di Pulfero, chiusa da un paio d’anni, e sarà sostenuto da un finanziamento regionale di 40 mila euro, con la compartecipazione del comune di Pulfero. Per arrivare al taglio del nastro sarà necessario reperire altri contributi da destinare all’acquisto degli arredi, ma ormai il piano è stato avviato. Una volta realizzato il progetto, il Comune di Pulfero e quello di Caporetto stabiliranno le relative modalità di partecipazione attraverso una convenzione alla quale probabilmente aderiranno anche altri sette comuni della Valle del Natisone ed altri sloveni.
La gestione dell’asilo sarà affidata a un ente del territorio in grado, oltre che di garantire il servizio, di mettere a disposizione personale bilingue. L’asilo nido dovrebbe aprire a settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, e ospiterà circa 20 bambini (10 bambini italiani e altrettanti sloveni) da 0 a 3 anni.
Per le famiglie delle Valli del Natisone, di Caporetto e per le altre località di confine, rappresenta un’opportunità importante, perché con questo servizio si offrirà ai genitori la possibilità di risiedere nelle valli con la garanzia di un asilo nido per i propri figli, asilo che fino ad oggi non era presente in quest’area. Uno degli obiettivi di questa iniziativa è, infatti, recuperare bambini anche oltre confine per poter riportare in vita le scuole della zona. Nel 1945 c’erano 11 scuole elementari con 569 alunni; nel 2010 l’ultima scuola elementare è stata chiusa. Anche la contigua vallata dell’Isonzo accusa la stessa lacuna e annovera, tra l’altro, molti residenti che, lavorando nel Cividalese, attraversano l’ex-valico quotidianamente. L’asilo potrebbe quindi essere un importante strumento per rispondere al progressivo spopolamento di questi territori, provocato anche dalla carenza di servizi.
La portata innovativa di questa iniziativa è chiara: consolidare la sinergia tra le due Nazioni e unire le rispettive risorse per creare nuovi servizi dove i modelli tradizionali non sono più sufficienti. E’ già in cantiere, infatti, anche il progetto di una casa di riposo transfrontaliera che sorgerà a Caporetto e la cui realizzazione sarebbe, questa volta, a carico dell’amministrazione di Caporetto (così come quella di Pulfero si accollerà gli oneri della progettualità del nido). Lo staff del sindaco Hauptman ha già definito le linee dell’intervento ed è ora alla ricerca dei fondi per dare concretezza all’idea. Potrebbe essere quindi l’inaugurazione di un nuovo modus operandi, che avrebbe potuto essere sperimentato già tanti anni fa, in occasione della crisi dell’ospedale di Cividale, quando si era fatta strada l’ipotesi di trasformarlo in presidio transfrontaliero per rilanciare il servizio, ma il progetto non aveva avuto alcun seguito concreto.
Al di là delle valutazioni pragmatiche, questa iniziativa avrà infine anche un impatto sociale importante, in una terra segnata da un passato difficile. I bambini italiani e sloveni cresceranno insieme, impareranno gli uni la lingua degli altri – l’asilo sarà bilingue – favorendo quel processo d’integrazione auspicato in Europa e, soprattutto, tra due comunità così vicine geograficamente, ma spaccate fino a pochi anni fa da una vera e propria cortina di ferro.


La collaborazione transfrontaliera: il Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013

La collaborazione tra Italia e Slovenia è già attiva su diversi fronti, grazie anche ai finanziamenti e ai programmi interregionali che l’Unione Europea promuove per favorire la cooperazione e l’integrazione tra Stati Membri. Se però questa collaborazione è stata per ora concentrata prevalentemente sui settori del turismo e della cultura – per il prossimo anno, ad esempio, grazie ai finanziamenti europei verranno realizzati numerosi progetti culturali per la celebrazione del centenario dell’inizio della Grande Guerra, di cui queste terre furono protagoniste – una più profonda integrazione anche a livello sociale può offrire enormi opportunità in tempi di austerity, come dimostra il progetto di Pulfero (che però non prevede l’impiego di finanziamenti europei).
L’Unione Europea può rappresentare un importante motore per lo sviluppo di questi rapporti. Il Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013 si propone infatti, tra i vari obiettivi, di migliorare la comunicazione e la cooperazione sociale e culturale tra i paesi dell’area programma, anche al fine di rimuovere le barriere storiche, culturali e sociali e garantire una maggiore integrazione. Al fine di contribuire a ridurre gli ostacoli derivanti dalla persistenza di queste barriere si ritiene quindi utile favorire l’utilizzo congiunto delle infrastrutture nei settori della sanità, cultura ed istruzione, il che richiede di rafforzare la collaborazione esistente e la creazione di reti tra le istituzioni italiane e slovene.

A questo scopo il Programma prevede uno specifico asse – Asse 3 Integrazione Sociale -, volto a raggiungere i seguenti obiettivi operativi: rafforzare i sistemi di comunicazione e di istruzione, oltre che il loro accesso, per ridurre l’isolamento che caratterizza soprattutto alcune aree; salvaguardare la conoscenza e la fruizione comune del patrimonio culturale ed accrescere gli scambi culturali; aumentare la qualità della vita attraverso lo sviluppo coordinato dei sistemi sanitari e sociali. Poiché l’elevato costo dei servizi socio-sanitari rappresenta, infatti, un serio problema per le amministrazioni nazionali e locali, il Programma intende favorire la messa a punto di sinergie tra i diversi sistemi sociali e sanitari nazionali che possano produrre significative economie di scala, la sistematizzazione dei servizi esistenti e l’innalzamento della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Se consideriamo che a questo asse sono stati assegnati finanziamenti pari ad 32.537.941 euro, è evidente che in tempi di risorse scarse, la collaborazione con gli altri Paesi, e più in generale con l’Unione Europea, possa fornire un aiuto davvero consistente per migliorare le condizioni delle nostre politiche sociali.

 

Riferimenti

Čezmejne jasli v Podbuniescu, Asilo nido bilingue a Pulfero, 16 gennaio 2013

Via all’asilo nido transfrontaliero, Lucia Aviani, Il Messaggero Veneto, 19 luglio 2012

A Pulfero il primo asilo nido senza confini, Lucia Aviani, Il Messaggero Veneto, 17 gennaio 2013

Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013

Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013

Friuli Venezia Giulia Internazionale

 

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